Sul palcoscenico di Poietika il 31 Marzo, ore 18.30 all’auditorium della Gil di Campobasso, sarà la volta dello scrittore e critico letterario MASSIMO ONOFRI. Racconterà in un dialogo con ANTONIO DI CHIRO la terra siciliana, con le sue ricchezze e contraddizioni. Dalle radici greche alle organizzazioni mafiose di oggi, attraverso gli occhi e le parole dei grandi scrittori ed intellettuali siciliani. Laureato in filosofia morale presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, nel 1994 consegue il dottorato di ricerca in Italianistica. Attualmente è professore ordinario di letteratura italiana contemporanea all’Università di Sassari. Ha pubblicato prefazioni, saggi e articoli dedicati, tra gli altri, a Pirandello, Borgese, Brancati, Sciascia, Fiore, Bufalino, Consolo, Bertolucci, Giudici, Mario Soldati, Lalla Romano e Celati. Già redattore di “Nuovi Argomenti”, esperto di letteratura siciliana, è stato autore di numerose opere di saggistica. Collabora con L’indice dei libri del mese, coi quotidiani Avvenire e La Stampa, con i quotidiani regionali del Gruppo Editoriale L’Espresso. Ha tenuto per anni una rubrica di recensioni di narrativa italiana sul settimanale Diario. È membro, dalla sua fondazione, del comitato editoriale della casa editrice Gaffi; è consulente editoriale anche per molte altre case editrici. Nel 2008 gli viene assegnato il Premio Brancati per la sezione saggistica con il libro “La ragione in contumacia. La critica militante ai tempi del fondamentalismo”. Vince Il Premio Fondazione De Sanctis nella sezione speciale della Presidenza del Consiglio dei Ministri con il suo libro “L’epopea infranta – Retorica e antiretorica per Garibaldi” (Medusa Editore), consegnatogli il 6 ottobre del 2011. Per Giunti, nel 2015, è uscito con grande successo “Passaggio in Sardegna” e successivamente nel 2016 “Passaggio in Sicilia”. Un viaggio fuori dei percorsi obbligati dall’esotismo di massa, alla ricerca di sé, del sé. La Palermo sontuosamente inesistente, con la sua corda pazza, il suo vitalissimo senso di morte; Catania felicissima e mondana, col suo erotismo di natura e quotidiano; Enna, elegantissima, alta e sola; Comiso viva e cordiale; Siracusa dolcissima e utopica; Marsala in versi e prosa; Caltanissetta operosa e civile; Agrigento con e senza Pirandello; Messina che, alla fine di tutto, non c’è. E poi: i silenzi di Sciascia, gli ignoti marinai di Consolo, le euforie di Bufalino, le passioni di Guttuso e Buttitta, i sogni dipinti di Giuseppe Modica, e molto altro ancora.
Antonio Di Chiro insegna Filosofia presso l’Università degli Studi del Molise e Filosofia nei Licei. È Dottore di Ricerca in “Sociologia e Ricerca Sociale” e ha svolto un periodo di ricerca in Germania presso il Sozialwissenschaftliches Archiv dell’Università di Konstanz, occupandosi della sociologia fenomenologica di Alfred Schütz e della teoria delle realtà multiple. È stato assegnista di ricerca in Storia della filosofia presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione dell’Università degli Studi del Molise e si è occupato di “Questioni e personalità della filosofia in Molise tra Ottocento e Novecento”. Ha pubblicato, oltre a diversi saggi e articoli, Dalla logica all’etica. Wittgenstein e il dovere verso se stessi (Vitmar 2003); La dissoluzione del pensiero. Sulla cibernetica in Martin Heidegger, in Filosofia sociale (Mimesis 2007); (a cura di) La notte del mondo. Luoghi del senso, luoghi del divino (Mimesis 2010), La terra e lo spirito. Questioni e personalità della filosofia in Molise tra Ottocento e Novecento (Carabba 2015) e insieme a Giovanni Maddalena ha curato il libro di Enrico Berti, Il bene di chi? Bene pubblico e bene privato nella storia (Marietti 2014).