La Casa degli Angeli “Papa Francesco” è la struttura inaugurata dal Santo Padre in occasione della sua visita in Molise. Una realtà che ogni giorno offre numerosi servizi a persone che vivono in difficoltà: pasti caldi, possibilità di soggiornare in un ambiente decoroso e pulito, assistenza sociale e tante altre prestazioni gratuite che i numerosi volontari, coordinati dai responsabili Charitas, erogano gratuitamente con spirito fraterno a chi si trova in una condizione di disagio non solo economico. La mensa ogni giorno garantisce numerosi coperti a persone che altrimenti non avrebbero nessuna possibilità di nutrirsi correttamente. La Fondazione “Giovanni Paolo II” ha dato la sua disponibilità a donare alla struttura d’accoglienza gestita dalla Charitas, i pasti che non vengono consumati in Ospedale; un gesto di solidarietà a favore di chi non ha nemmeno la possibilità di mangiare. Potranno beneficiare di tale opportunità tutti gli ospiti della Casa degli Angeli. Già dalla prossima settimana un operatore Charitas, tutti i giorni, arriverà alla Cattolica per prelevare cibo che viene messo a disposizione dalla società che gestisce il servizio mensa della Fondazione, la quale di buon grado si è messa a disposizione della lodevole iniziativa di solidarietà. Nei giorni scorsi il Direttore della Fondazione, Mario Zappia, ha incontrato il Direttore della Charitas, don Franco D’Onofrio e con lui sono state definite le linee di intervento anche per offrire servizi di assistenza sanitaria alla persone in difficoltà. Con don Franco sono state discusse altre iniziative, utili per le persone in condizioni di disagio e infatti ci saranno diverse attività da realizzare: come prima cosa la Fondazione offrirà apparecchiature mediche e arredi sanitari all’ambulatorio della Casa degli Angeli; nelle prossime settimane verrà attivato uno “sportello sanitario della Solidarietà”, che consentirà alle Persone che vivono in condizioni di difficoltà e che hanno bisogno di cure specialistiche di poter prenotare gli esami che saranno necessari, attraverso l’ambulatorio di volontariato presente presso la Casa degli Angeli. Ieri mattina il Direttore Generale, Mario Zappia, accompagnato dalla professoressa Giuseppina Sallustio ha effettuato con il Vice Direttore Caritas, Don Pino Romano, un sopralluogo, per definire in modo specifico gli ambiti di intervento. L’obiettivo principale è intensificare e qualificare l’azione della struttura a favore degli “ultimi”. Dopo questa prima fase della fornitura dei pasti, inizierà l’attività sanitaria di educazione alla salute, di prevenzione e di cura. Infatti il nuovo servizio fornirà in modo continuativo ed assolutamente gratuito prestazioni sanitarie all’interno dell’ambulatorio della Casa d’accoglienza, in giorni ed orari definiti oppure presso la Fondazione, quando il medico avrà necessità di avvalersi di accertamenti diagnostici (RX, TAC, RMN, ….). La Fondazione si è resa disponibile anche a promuovere presso la “Casa degli Angeli” le “Giornate della Salute”, in cui verranno effettuate visite ed esami gratuiti per la prevenzione di patologie dell’ambito oncologico e cardiovascolare. In condizioni di disagio chiaramente si dà ancora meno importanza alla cura delle propria salute, e spesso, inconsapevolmente, si tende a favorire lo sviluppo di malattie che, se non curate in tempo, possono degenerare facilmente. Una diagnosi precoce in questi casi è fondamentale insieme a percorsi per prevenire all’origine l’insorgenza di alcune patologie. Tale eventi si svolgeranno prima dell’estate. “Siamo una Istituzione sanitaria Cattolica che non persegue alcuna finalità di profitto, ma orienta la propria azione al servizio della comunità”, commenta Zappia. “Ringraziamo la Charitas perché ci offre la possibilità di aiutare concretamente persone che vivono in condizioni di difficoltà. La nostra naturale vocazione è essere al servizio degli “ultimi” e investiremo sempre più energie in questa direzione, in linea con i principi cristiani e in coerenza con la volontà del nostro fondatore Padre Agostino Gemelli. Quando guardiamo negli occhi un paziente, non vediamo un malato, ma una fratello da aiutare”.
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