Ore 13.30. Europa, lavoro, futuro: tre parole chiave che rientrano nell’intervento di Laura Boldrini nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Unimol, svoltasi questa mattina nell’Aula Magna del II edificio polifunzionale dell’Ateneo. Tre concetti su cui concentrare l’attenzione politica, tutti in qualche modo caratterizzati dal comune fattore dell’incertezza. “L’Europa è il presente e il futuro, un progetto che dobbiamo continuare a portare avanti”, ha detto il presidente della Camera dei Deputati alla platea. “Sono 70 anni che regna la pace in Europa. E dobbiamo fare attenzione, perché ci sono spinte interne ed esterne che vogliono dividerla di nuovo”. Fra tutte le priorità da affrontare, la Boldrini non ha dubbi: “L’emergenza delle emergenze è il lavoro. Ci sono tanti giovani che hanno difficoltà, ma anche persone che a 50 anni restano senza lavoro. Non basta fare qualcosa, i ragazzi pretendono e meritano dignità, non devono arrivare persino a ringraziare per essere stati sfruttati. La gente ci accusa di non essere stati in grado di reggere le nuove sfide della globalizzazione. Dobbiamo sbrigarci”. Poi le proposte. “Le infrastrutture materiali ed immateriali sono la chiave di svolta di un’economia, che non costringe le persone ad emigrare. Uno dei fattori su cui puntare, e lo dico in questa regione, è la cura del territorio, che non va violato e necessita di una messa in sicurezza, i cui interventi creano posti di lavoro”. Dove prendere le risorse? “Abbiamo un’evasione fiscale che si aggira intorno ai 100 miliardi di euro, una corruzione che genera danni per almeno 50 miliardi. Ecco dove dobbiamo andare a prendere le risorse”. Passaggio su tasse e welfare. “Va bene togliere la tassa sulla prima casa, c’è chi ha solo quella, non sarebbe giusto per chi ha già difficoltà ad arrivare a fine mese. Ma chi dispone di un patrimonio immobiliare più importante ritengo che debba versare l’Imu da destinare ad esempio al Welfare. Lo Stato ha dovuto rivedere la sua spesa pubblica, ma tagliare sul welfare nei momenti difficili è un errore clamoroso”. Infine, ancora in merito al lavoro, la Boldrini ha parlato di cosa potrà succedere nei prossimi anni. “Con l’avvento della robotica, parte del lavoro sarà sempre più sostituita dalle macchine. Usa e Germania hanno detto che nel 2030 oltre il 30% del lavoro sarà gestito dalla robotica. Questo vuol dire che non dobbiamo tanto difendere il lavoro che c’è oggi, ma creare quello di domani, perché gli esperti stimano che arriveremo ad un punto in cui nella vita cambieremo mediamente dieci impieghi. Quindi le sfide arrivano anche dall’alto, affinché la popolazione abbia la giusta formazione”.
Palmieri: “Studenti non sono meccanismi ma parte di una comunità”. Prima del presidente della Camera Boldrini, sono intervenuti il sindaco di Campobasso Antonio Battista e il governatore Paolo Frattura, mentre successivamente la parola è passata a Luca Colacrai, rappresentante degli studenti, che ha evidenziato i tagli spropositati in università e ricerca, maggiori rispetto ad altri comparti della spesa pubblica oltre che in rapporto agli altri Stati europei (“siamo penultimi nella Ue”), Francesca Carnevale, rappresentante del personale tecnico-amministrativo, Cecilia Tomassini, professoressa ordinaria di Demografia dell’Unimol, e il Rettore Gianmaria Palmieri. “Da noi gli studenti non sono dei meccanismi da mettere a punto per il mercato, nè dei vasi da riempire”, ha detto Palmieri. “In Molise gli studenti sono oggetto primo e parte integrante di una comunità. Tutto fuorché casuale è il recente dato de Il Sole 24 Ore che ci indica come seconda università italiana per gradimento degli studenti e quinta per attrattività da fuori regione. Quest’anno abbiamo registrato un incremento del 13% delle immatricolazioni. Siamo destinati, comunque, a continuare la nostra navigazione di bolina ma non ci spaventa”. Diversi i risultati e le novità elencate dal Rettore, fra cui il programma di borse di studio per immigrati con status di rifugiato politico o sotto protezione umanitaria o sussidiaria, motivo per cui la cerimonia è stata chiusa dal canto popolare zulù Siyahamba, mentre a spezzare il discorso di Palmieri ci hanno pensato il coro d’Ateneo e quello polifonico Jubilate, diretti dai maestri Continillo e Colasurdo, che hanno intonato il ‘Signore delle cime’ di Bepi de Marsi, in ricordo del compianto professore Michelangelo Latessa. Una sguardo al bilancio. “In questi tre anni si è passati da una situazione di passivo a un attivo che si è mantenuto stabile nell’anno in corso. I dati del pre-consuntivo dicono che ci sarà un risultato di gestione positivo di circa 2 milioni di euro”.