La sanità è uno dei settori maggiormente esposti al rischio corruzione dove, partendo dalla mancanza di trasparenza e passando per il dispendio di risorse pubbliche, si è giunti alla disistima dei cittadini: tutto questo sta mettendo a rischio un bene talmente prezioso da essere costituzionalmente protetto, quello alla salute. Per questo Cittadinanzattiva ha aderito alla 2° Giornata Nazionale Anticorruzione promossa da Transparency International Italia, insieme all’Associazione Italiana Medici (AIM), e al Segretariato Italiano Giovani Medici (SIGM), in quanto un reale contrasto alla corruzione e agli illeciti deve necessariamente partire dai cittadini e dagli operatori del settore che insieme hanno il dovere di contrastarla utilizzando gli strumenti della trasparenza e del controllo. Nella giornata del 6 aprile si svolgeranno in contemporanea una serie di attività di sensibilizzazione sul territorio e un evento Istituzionale a Roma al quale parteciperanno il Ministro della Salute e il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. L’iniziativa che sarà realizzata dai volontari del TDM presso l’Ospedale ‘Cardarelli’ di Campobasso e l’Ospedale ‘San Timoteo’ di Termoli, dalle ore 10 alle ore 12, ha lo scopo di incoraggiare tutte le persone – i cittadini, i pazienti, i medici e gli operatori sanitari – ad esprimere il proprio impegno contro la corruzione attraverso una semplice azione simbolica che si svolge in 2 momenti:
1. Costruire un muro anticorruzione. Il gesto simbolico esprime un duplice significato: è necessario realizzare un muro contro la corruzione in sanità per costruire un «nuovo Servizio Sanitario Nazionale», libero dagli sprechi e dalla corruzione; il fenomeno della corruzione si può sconfiggere solo se ciascuno contribuisce con il proprio impegno, con il suo personale mattoncino.
2. Scattare una fotografia: la suggestione è di scattare un selfie mentre si aggiunge il proprio mattone al muro contro la corruzione. Contestualmente si chiede di pubblicare la foto sui propri profili social (Twitter e Facebook) con l’aggregatore #curiamolacorruzione.