“Con un avviso pubblicato il 10.03.2017 la SEA, la società 100% del Comune di Campobasso, rende nota l’intenzione di voler acquistare un bene immobile da adibire a sede legale. In sostanza, dopo anni di generose elargizioni da parte di tutti gli enti pubblici, Regione Molise in primis, anche la municipalizzata cittadina decide di investire nel mattone in luogo della costosa locazione da € 37.500,00 annue versate in favore dell’impresa Eliseo per i locali di piazza Molise”. Ad intervenire sul caso Roberto Gravina del Movimento 5 Stelle. “Una scelta, questa, che solo apparentemente può giustificarsi. Va ricordato, infatti, che il Comune di Campobasso detiene una serie di immobili in proprietà e avrebbe dovuto, già da tempo, risolvere il contratto di locazione e trasferire gli uffici della Sea in altro sito. Una scelta che premierebbe sotto un duplice punto di vista: eviterebbe sperpero di denaro per locazioni o per acquisti di nuovi immobili; genererebbe risparmio per la SEA e quindi per il Comune di Campobasso, che potrebbe reimpiegarli in vari settori o semplicemente abbassando la tassazione della TARI. Già, perché con 37mila euro l’anno puoi finanziarci qualsiasi cosa ma evidentemente la riduzione dei costi e l’efficientamento della SEA, con una possibile riduzione delle imposte, non sono una priorità per l’Amministrazione, anzi! Peccato, perché che con poche risorse ed una migliore ripartizione degli spazi, il Comune ha locali disponibili nella sede di viale del Castello. Oppure, con un investimento certamente ridicolo rispetto alla dispendiosa scelta di acquistare una nuova sede, si potrebbe completare la struttura di via Emilia, utilizzando i locali del piano superiore e riorganizzando gli spazi per le associazioni, in modo da garantire spazi adeguati per tutti. O ancora i locali di via Gramsci, anch’essi adeguabili e fruibili con pochi interventi di ristrutturazione. Insomma, se davvero si vuole lavorare per migliorare l’efficienza della SEA e del Comune si inizi a farlo davvero e non a chiacchiere. Per questo presenteremo una mozione che impegni il Sindaco e l’Assessore Ramundo ad intervenire per revocare il predetto avviso pubblico e trasferire gli uffici SEA in una delle proprietà del Comune, anche non ricompresa tra quelle appena elencate. In tutto ciò è legittimo chiedersi: il trio Sabatini-Di Niro-Iannetta ovvero il management voluto fortemente dal Sindaco alla guida della SEA ed il super dirigente Iacobucci, responsabile dei controlli delle municipalizzate, anch’egli di nomina sindacale, cosa hanno prodotto? Quali i risultati? Quale la programmazione per il futuro? Quali le prospettive? Eliminando il Consiglio di amministrazione e nominando l’unica figura davvero indispensabile, quella del Presidente (magari con specifiche competenze), avremmo generato ulteriore risparmio ma soprattutto avremmo potuto investire in altri settori o più semplicemente, avremmo potuto abbattere le aliquote TARI. Lo predichiamo dalla campagna elettorale ma si sa, le logiche politiche e la spartizione delle poltrone regna sovrana! Con quali risultati?”
La replica della Sea. “Innanzitutto, ci preme sottolineare come né Cretella né Gravina, nei loro attacchi alla municipalizzata, si siano documentati sulle attività della Sea, non avendo acquisito informazioni dettagliate né avendo chiesto le dovute informazioni. Cretella, nel suo intervento durante l’ultimo Consiglio comunale, non ha, in maniera preventiva, acquisito documentazioni relative al procedimento di raccolta differenziata. Se lo avesse fatto, avrebbe evitato di far confusione. La Sea – precisiamo ancora una volta – dopo aver adeguato la propria organizzazione al piano industriale, compito eseguito in tempi brevissimi e già da diversi mesi, ha dovuto adeguare i propri tempi operativi in base alle indicazioni del Comune, così come è giusto e corretto che sia, sottolineando come la municipalizzata e il Comune di Campobasso lavorino in perfetta sinergia e unità di intenti. Per quel che concerne, invece, la nota stampa del consigliere comunale Roberto Gravina, il quale si è limitato a riprendere, in maniera frettolosa e acritica, la notizia riportata già da un unico organo di informazione locale sul bando per l’acquisto della nuova sede della società, possiamo dire che nemmeno l’ex candidato alla carica di sindaco del capoluogo, prima di scrivere, abbia fatto un lavoro di ricerca documentato e approfondito. Nel rispondere a Gravina, la Sea ribadisce quanto già fatto la scorsa settimana, ovvero che “l’acquisto di una nuova sede, così, consentirà un risparmio per la società, anche in un’ottica pluriennale, considerando il periodo di calo del mercato immobiliare, soprattutto in riferimento a strutture secondo la metratura necessaria (circa 300 metri quadrati). L’immobile, tra le altre cose, a differenza di quanto avviene oggi, diventerà un bene di proprietà aziendale”. A Gravina, inoltre, la Sea ricorda come, nello svolgere i propri compiti in maniera puntuale ed efficiente, essa sia una delle poche società municipalizzate d’Italia ad avere i conti in perfetto ordine e a non presentare criticità di bilancio. In entrambi i casi, si tratta di un modo di fare opposizione di basso profilo culturale, poiché, prima di sferrare attacchi ed emettere giudizi, occorre studiare con i documenti a disposizione di tutti. Il ‘modus operandi’ degli esponenti del Movimento 5 Stelle, Cretella e Gravina, conduce semplicemente a denigrazioni generiche, così come in questa circostanza. In particolare, comunque, appare comprensibile il nervosismo di Simone Cretella, considerando che quest’ultimo sta per ricevere o ha già ricevuto atti giudiziari da parte della Sea, che chiederà il conto al consigliere comunale per un grave episodio di diffamazione, nei confronti della municipalizzata e di chi lavora per essa, che lo ha visto protagonista nei mesi scorsi”.
Controreplica di Gravina. “La SEA, non sappiamo in verità per bocca di chi visto che non esiste una firma, replica alla questione “acquisto nuova sede” ma in verità replica il nulla e lo fa scadendo in commenti poco professionali e molto personali, questi sì di basso profilo culturale. Fino a prova contraria, sappiamo benissimo la differenza tra acquistare un immobile, aumentando il patrimonio della SEA e pagare una locazione, ma se si leggesse attentamente quanto scritto, riteniamo che si possa risparmiare due volte, perché il Comune possiede già immobili idonei allo scopo e se la SEA pretende 300 mq dovrà stringersi un po’ in quanto non possiamo permetterci di investire ulteriori risorse dei cittadini quando di immobili il socio unico comunale è già dotato. Ricordiamo, infine, alla “SEA”, ancora una volta non sappiamo a chi visto che manca la firma del Presidente o di un consigliere, che una municipalizzata, finanziata dal gettito TARI, quindi un’imposta comunale, dovrebbe tendere al pareggio di bilancio poiché gli eventuali utili subiscono la tassazione come utile di impresa. Quindi, una gestione virtuosa, tenderebbe a comprimere l’utile di impresa posto che lo stesso è soggetto a tassazione (in sostanza paghiamo le tasse sulle tasse). Per il 2015, dati ufficiali che noi evidentemente leggiamo mentre qualcun altro non legge quanto scriviamo, la SEA indica a bilancio una cifra pari ad € 834.000 circa di utili prima delle imposte sulla quale è stata applicata la tassazione per circa € 133.000. In sostanza, la tassazione versata allo Stato si è generata per un evidente sfasamento che il management avrebbe potuto certamente ridurre al minimo. Questi utili, poi, sono stati trattenuti dalla società come riserva perché se dovessero essere restituiti al Comune, come da opzione statutaria, verrebbero nuovamente tassati come dividendi. Ad oggi la SEA conta una riserva legale in ulteriore incremento, rispetto alla quale, si ripete, continuiamo ad alimentarla pagando tasse (su tasse) ed è arrivata a cifra € 1.700.000 per il 2015, quindi in ulteriore aumento per il 2016. Quindi, invece di sventolare strabilianti risultati di bilancio, ci si preoccupi di sventolare risultati nei servizi forniti, servizi probabilmente al di sotto degli standard se paragonati al costo per le casse comunali, quindi di tutti i cittadini. Ed invece di acquistare una nuova sede, forse proprio con il fondo di riserva, ci si attivi per trovare una soluzione a costo zero, generando risparmio vero per i cittadini, magari diminuendo la tassazione TARI per alcune categorie di soggetti pubblici o privati. Insomma, il management, invece di additare questa opposizione di “basso profilo culturale” si occupi di amministrare in modo virtuoso così da giustificare gli emolumenti del presidente (36.000€/annue) e dei due consiglieri di amministrazione (14.400€/ annue a testa) e soprattutto eviti dichiarazioni intimidatorie minacciando o paventando iniziative giudiziarie per le quali non solo non risultano seguiti ma sembrano scritte per silenziare questa scomoda opposizione. Ed infine, il sig. Sindaco, il quale replica che i locali da noi indicati sono, o presto verranno occupati, dovrebbe informarsi meglio: viale del Castello è stata visitata personalmente ed ha un pian terreno praticamente libero con spazi utili allo scopo (ma va ricordato che erano liberi da anni senza che nessuno si preoccupasse di utilizzarli). Via Emilia, invece, ha il secondo piano della struttura ancora da completare ed accatastare e potrebbe essere utilizzato allo scopo senza limitare in alcun modo le associazioni. Via Gramsci, nella replica l’ha dimenticata? E via Toscana? E le altre strutture? In conclusione, degli organismi di nomina politica, chiamati a svolgere funzioni tecniche, replicano alla politica, chiaramente quella avversa, con una tracotanza dettata dalla posizione di privilegio e di intoccabilità alla quale siamo abituati. Persone che usano le “partecipate” per comunicare alla politica senza aver fatto una campagna elettorale ma forse preparandosi a quella imminente delle prossime elezioni regionali.”