Coldiretti Molise esprime soddisfazione per l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine del latte e dei prodotti lattiero-caseari. Prevista dal decreto “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011”, firmato dai ministri delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, e dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, la nuova normativa prevede che le confezioni di latte, burro, yogurt, mozzarella e formaggi dovranno indicare il Paese di mungitura e quello in cui la materia prima è stata condizionata e trasformata. “Con l’etichettatura di origine – afferma il direttore regionale della Coldiretti Molise, Saverio Viola – si conclude positivamente una lunga battaglia della Coldiretti che risponde alle esigenze di trasparenza dei consumatori italiani. Finalmente mettiamo la parola fine sull’inganno del falso Made in Italy con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, senza che ciò sia stato, fino ad ora, obbligatorio riportarlo in etichetta. Per essere certi che l’intero processo produttivo sia stato effettuato in Italia – spiega Viola – invitiamo il consumatore a verificare che sull’etichetta ci sia riportata l’indicazione “origine Italia” o di scegliere, in questa fase transitoria, le confezioni che in modo volontario riportino l’indicazione “100% italiano”. Il provvedimento appena entrato in vigore è scaturito dalla “guerra del latte”, scatenata lo scorso anno dalla Coldiretti contro le speculazioni insostenibili sui prezzi alla stalla, e sta portando ad un sostanziale aumento dei compensi riconosciuti agli allevatori senza oneri per i consumatori. Così 1,7 milioni di mucche da latte presenti in Italia ma anche pecore e capre possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, burro, formaggi e yogurt. “L’obbligo di indicare l’origine in etichetta – aggiunge la Coldiretti – salva dall’omologazione l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale e tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni che permettono anche di sostenere la straordinaria biodiversità delle razze bovine allevate a livello nazionale. Mi rivolgo – conclude infine Viola – agli amici consumatori, da sempre nostri alleati: abbiamo vinto questa importante e decisiva battaglia. Adesso non facciamoci sfuggire questo traguardo. Vi invito tutti a leggere bene le etichette: devono necessariamente indicare la zona o il Paese di mungitura e quella di lavorazione. L’indicazione più importante – sottolinea il direttore della Coldiretti Molise – è ovviamente quello della mungitura pertanto se trovate confezioni che indicano come zona di mungitura “Paesi UE” non lasciatevi ingannare: quel latte non è italiano. Nel nostro Paese è avvenuta solo la lavorazione. Se volete consumare latte italiano, prendete dallo scaffale quei contenitori che indicano l’Italia quale Paese di mungitura oltre che di “confezionamento e/o lavorazione”.
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