Il vertice nella Prefettura di Campobasso fra la commissione parlamentare antimafia e i rappresentanti di istituzioni e forze dell’ordine molisane è durato meno del previsto, al punto che la conferenza stampa inizialmente disposta alle 15 è stata dapprima riprogrammata alle 13 e 30 e poi anticipata di qualche minuto rispetto al nuovo orario. Forse perchè la situazione locale dal punto di vista delle infiltrazioni malavitose è ancora sotto controllo e non sta così degenerando come certi dati o episodi possono far temere. Almeno così pare dalle parole utilizzate dal presidente Rosy Bindi, affiancata dall’inquilina di casa, il Prefetto Maria Guia Federico, e dagli altri componenti della commissione, i senatori Luigi Gaetti, Rosaria Capacchione, Marcello Taglialatela e Giulia Sarti. “È vero che il territorio è esposto alla malavita organizzata delle regioni limitrofe ma il quadro non è preoccupante, anche perché non esiste una malavita autoctona. Ciò non vuol dire che bisogna stare tranquilli. Le istituzioni e gli stessi cittadini devono mantenere alta l’attenzione e tenersi sempre pronti a segnalare e denunciare. Non bisogna abbassare la guardia. Di certo non andiamo via di qui con le stesse preoccupazioni di altre parti d’Italia”. D’altronde non è un caso che per la prima volta la commissione antimafia tenga un vertice in Molise, la stessa Bindi lo ha definito un “fatto storico”. A stimolare, per così dire, lo Stato centrale ad affacciarsi da queste parti, su pressione delle istituzioni locali, sono state le interrogazioni parlamentari e le inchieste giudiziarie – che hanno generato le prime – riguardanti sia fatti attuali, sia episodi del passato venuti a galla solo negli ultimi anni, talvolta per bocca di collaboratori giustizia. Una serie di aspetti, quindi, che hanno ricordato come anche un apparente ‘isola felice’ va costantemente monitorata. L’intensificarsi di alcuni fenomeni criminali relativamente minori, come rapine, droga e usura, è anche figlio della crisi, hanno spiegato i rappresentanti della commissione. Sul rischio chiusura Corte d’Appello, sull’accorpamento della Legione Carabinieri con l’Abruzzo e razionalizzazioni che riguarderebbero altre strutture, come ad esempio il carcere di Isernia, il presidente Bindi è categorica. “Qualunque tipo di riorganizzazione ritenuto necessario non vorrà dire abbassare i livelli di guardia”. Al centro del confronto in Prefettura diversi argomenti sono stati presi in esame, dalle inchieste sui rifiuti pericolosi ai casi di riciclaggio, fino alla gestione dei flussi migratori. “Anche il Molise deve essere terra di accoglienza ma è giusto che la stessa vada accompagnata da mirati interventi dello Stato”.