Una targa marmorea nell’aula magna della scuola D’Ovidio di via Roma ricorderà la figura di Giuseppe Altobello, medico, zoologo, scrittore e poeta di Campobasso, vissuto tra il 1869 e il 1931 il cui nome è legato, soprattutto, alla definizione delle note sottospecie dell’orso bruno marsicano e del lupo appenninico. La targa è stata scoperta nel pomeriggio di ieri, giovedì 27 aprile, pochi giorni dopo la presentazione del premio nazionale di poesia che porta il nome del medico, e l’evento ha chiuso il cartellone di eventi promosso dall’assessorato comunale alla Cultura in onore di San Giorgio, Santo Patrono della città. Al tavolo dei relatori, Corradino Guacci e Italo Testa, autori del libro “Giuseppe Altobello, naturalista, poeta e medico”, insieme alla professoressa Rita Frattolillo. A fare gli onori di casa il Dirigente Scolastico Pasquale Grassi e l’assessore alla Cultura del Comune di Campobasso, Emma de Capoa, che hanno sottolineato l’importanza di dare modo alla città capoluogo di potersi riappropriare “di un proprio illustre figlio”. “Ciò che maggiormente mi colpisce della figura di Altobello – le parole dell’assessore Emma de Capoa – è la poliedricità di quello che è stato il suo impegno. Credo che sia quanto mai necessario dar modo, soprattutto alle nuove generazioni, di poter conoscere più da vicino questa importante figura, che ha portato in alto il nome della città”. L’assessore De Capoa ha annunciato, inoltre, come per il prossimo anno scolastico ci sia già in programma una mostra itinerante rivolta agli studenti, affinché proprio questi ultimi tornino a riscoprire e ad apprezzare questa figura. Guacci ha spiegato, invece, che la scelta del luogo dove apporre la targa sia avvenuto nella scuola frequentata da Altobello. All’epoca, infatti, il medico e zoologo si diplomò al “Leopoldo Pilla” che, in quegli anni, si trovava nella sede di via Roma, dato che solo successivamente fu inaugurato l’edificio di via Veneto. Sempre Guacci ha, poi, condotto i presenti in un interessante viaggio alla scoperta della vita di Giuseppe Altobello. Le lauree in medicina e scienze naturali, il matrimonio, la sua residenza fino agli anni ’20 del Novecento in via Orefici, dove ora c’è l’Archivio di Stato, probabilmente i più ricchi di soddisfazione per lo studioso, al quale si deve la “determinazione sistematica, come sottospecie a sé stanti, del lupo appenninico e dell’orso marsicano, ovvero di due dei rappresentanti più preziosi che annoveri la rara fauna appenninica italiana. Determinazioni che, alla luce dei più recenti indirizzi tassonomici, assumono sempre maggior interesse, testimoniando non solo l’attualità dei suoi studi, ma anche e soprattutto l’istinto, l’intuito e la curiosità del naturalista nato”. Nel corso del convegno è stato ricordato anche come il 1° giugno 1928 gli fu concessa l’autorizzazione per aprire e dirigere, insieme al figlio Emanuele (specializzatosi nel frattempo in oculistica), una casa di cura in Piazza della Vittoria, nell’edificio che ospita l’abitazione e, in locali vicini, la collezione faunistica. Ricordati anche gli anni più bui a seguito del fallimento della Banca Popolare di Campobasso, in cui suo malgrado Altobello fu coinvolto, perché all’interno del Consiglio d’Amministrazione. Un evento che minò sicuramente il suo stato di salute, tanto da farlo ammalare e, successivamente, morire poco dopo la conclusione della vicenda giudiziaria, che lo vide reintegrato nelle sue funzioni di docente di Scienze Naturali nel settembre del 1930. Giuseppe Altobello si spense, infatti, il 9 novembre del 1931, colpito da un ictus dieci mesi prima. La ‘D’Ovidio’ di Campobasso ha riscoperto il suo illustre figlio, che d’ora in avanti sarà oggetto di conoscenza immediata da parte di tutti i bambini che frequentano la ‘Casa della Scuola’ di via Roma, dove Altobello insegnò Scienze naturali dal 1921 al 1927, periodo in cui in quella sede era ubicato l’Istituto Tecnico ‘Leopoldo Pilla’, prima del trasferimento in via Veneto.
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