Chi pensa che ascoltare il Decameron a teatro sia interesse di pochi si sbaglia, a maggior ragione se l’interpretazione passa per un comico come Tullio Solenghi. E così ieri al Savoia di Campobasso l’attore genovese, nella prima delle due serate promosse da Fondazione Molise Cultura (stasera si bissa), è riuscito a rendere ancora più divertente e coinvolgente l’opera di Giovanni Boccaccio, già di per sè piacevole da leggere, anche per i meno avvezzi alla letteratura, e di cui molti ricordano alcune delle novelle ascoltate o lette sui banchi di scuola. Dalla storia del cuoco veneziano Chichibio che vuol far credere al suo padrone che le gru hanno una gamba sola al bel Masetto Da Lamporecchio che, fingendosi sordomuto, va a lavorare in un convento come fattore dove diventa oggetto del desiderio delle suore, fino alla vicenda della giovane Alibech, approcciata al sesso da Rustico con giochi di parole e parallelismi religiosi, secondo cui il ‘diavolo si rimetta in inferno’, dove il diavolo e l’inferno non sono altro che le parti intime dell’uomo e della donna. Solenghi fa una selezione accurata delle novelle e il risultato non può che essere un alternarsi di emozioni e risate. Il comico gioca continuamente col pubblico, riuscendo persino ad ingannarlo, quando all’inizio dello spettacolo – facendo credere di interpretare una novella scritta nel volgare italiano dell’epoca (metà del 1300) – finisce per dare un tocco di gossip politico attuale alla sua narrazione. D’altronde quello di prendere in giro gli spettatori è sempre stato un punto forte del ‘Trio’, composto da Solenghi, Massimo Lopez e Anna Marchesini (scomparsa il 30 luglio scorso dopo una lunga malattia), di cui il protagonista di ieri sera ha voluto ricordare alcune delle performance più divertenti, soprattutto in omaggio alla compianta collega. Dopo circa un’ora e un quarto di spettacolo senza interruzioni per l’attore genovese i meritati applausi in piedi.