Il trapianto di midollo osseo e cellule staminali è una terapia di comprovata efficacia e, addirittura, salvavita per un elevato numero di pazienti affetti da diverse patologie maligne e non. L’argomento verrà affrontato nel corso del meeting “La donazione ed il trapianto di midollo osseo e cellule staminali: cosa sta cambiando” organizzato dalla Fondazione “Giovanni Paolo II” e dall’ADMO Molise con la collaborazione di numerosi partner. L’evento si svolgerà giovedì’ 1 giugno dalle ore 8.30 presso la Fondazione Molise Cultura (ex GIL). Il trapianto, ossia la sostituzione di un “organo” irrimediabilmente ammalato con un altro proveniente da un soggetto sano, è una delle più grandi conquiste della medicina. Negli ultimi anni la scienza medica ha fatto notevoli progressi in questo settore, ne parleranno illustri relatori di fama internazionale, tra cui il professor Andrea Bacigalupo, uno dei “padri nobili” dell’Ematologia Italiana “pioniere” nel campo dei trapianti. L’illustre accademico oggi dirige e l’Unità Operativa di Ematologia del Policlinico Gemelli, collaborando attivamente anche con la Cattolica di Campobasso. Dopo i saluti del Direttore Generale della Fondazione, dott. Mario Zappia, coordineranno i lavori i professori Storti e Sallustio della Fondazione Giovanni Paolo II. Si alterneranno validissimi relatori provenienti da diversi Centri Italiani, come la dott.ssa Nicoletta Sacchi, la Prof.ssa Simona Sica ed il dott. Franco Papola. Nella seconda parte della mattinata verrà illustrata l’attività di trapianto svolta negli anni a Campobasso dall’Ematologia della Cattolica e le prospettive future. Saranno presenti anche il dott. Lino Spagnuolo e il dott. Pasquale Marino dell’Asrem. Molte malattie insorgono perché le cellule staminali ematopoietiche (CSE), contenute nel midollo e responsabili della produzione di miliardi e miliardi di globuli rossi, piastrine e globuli bianchi, non funzionano o per un difetto intrinseco di natura ereditaria (come ad esempio nella talassemia) o perché colpite da un processo tumorale (come ad esempio nella leucemia). In molti di questi casi, la guarigione definitiva si può ottenere distruggendo il midollo ammalato per poi sostituirlo con uno proveniente da un soggetto sano, cioè sottoponendo il paziente ad un trapianto. Il trapianto inoltre opera anche un’attiva azione immunologica nei confronti delle cellule del ricevente, che può dare origine ad una grave complicanza che prende il nome di Graft Versus Host Disease (GVHD). Tale azione immunologica tuttavia può essere opportunamente utilizzata per distruggere le cellule neoplastiche del ricevente. La scoperta di tale effetto immunologico ha fatto sì che sempre più siano effettuate procedure cosiddette di “mini allotrapianto” che poggiano la loro efficacia proprio su tale azione e possono essere tollerabili anche da soggetti più anziani. Il midollo osseo (da non confondere con il midollo spinale contenuto nella colonna vertebrale e parte integrante del sistema nervoso) è un tessuto liquido, rosso come il sangue, localizzato negli spazi vuoti di alcune ossa, soprattutto del bacino. Il liquido midollare, raccolto in sacche di plastica come quelle delle trasfusioni, viene poi trapiantato al ricevente per via endovenosa, proprio come una semplice trasfusione. Le cellule staminali circolanti possono essere mobilizzate nel sangue periferico mediante la somministrazione di fattori di crescita e raccolte collegando la circolazione del donatore ad una macchina detta separatore cellulare (in pratica il sangue, prelevato da un braccio, attraverso un circuito sterile entra in una centrifuga dove la componente cellulare utile al trapianto viene isolata e raccolta in una sacca, mentre il resto del sangue viene reinfuso dal braccio opposto). Proprio perché oggi le fonti di CSE possono essere diverse, non si usa più in generale il termine trapianto di midollo osseo, ma quello di trapianto di CSE. Le CSE sono progenitori cellulari in grado di differenziarsi nei diversi elementi del sangue (appunto globuli bianchi, globuli rossi, piastrine): la CSE è infatti una cellula non ancora differenziata, multipotente, capostipite di tutti gli elementi fondamentali del sangue e anche di alcune cellule in altri tessuti. Si tratta di un tipo di cellula in grado di proliferare mantenendo intatta la potenzialità di replicarsi: è capace infatti di riprodurre se stessa e, contemporaneamente, produrre cellule figlie che, attraverso successivi processi di differenziazione e maturazione, daranno origine agli elementi maturi.
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