La Galleria Artes Contemporanea di Campobasso dedica un omaggio a Gino Marotta. Nella sala espositiva di Viale Elena saranno presentate le opere di collezioni private che racchiudono tutta l’essenza dell’unico artista molisano capace, con la sua incredibile produzione, di emozionare il mondo e di influenzare le scelte stilistiche e i linguaggi dell’arte contemporanea. A quattro anni dall’ultima importante mostra realizzata presso gli spazi della ex Gil di Campobasso è naturale e necessario ricordare il Genio dell’artista nato a Campobasso nel 1935 e che, attraverso la sua incredibile produzione artistica, ha vissuto da protagonista gli anni del fermento artistico nazionale ed internazionale per oltre sessant’anni. Seppur non inquadrato ufficialmente in alcun gruppo o movimento artistico, Gino Marotta è stato nel corso della sua carriera uno sperimentatore assiduo di tecniche e materiali, attraversando in modo originale e trasversale le ricerche d’avanguardia affermatesi in Italia nel corso degli anni sessanta, dalle tendenze Pop e New Dada all’Arte Povera. Dopo le prime opere pittoriche degli anni cinquanta, Marotta avvia una ricerca polimaterica che si avvale dei materiali più diversi (piombo, stagno, lamine di alluminio, lamiere di ferro) muovendosi tra pittura, scultura e assemblaggio neodadaista. Negli anni sessanta approda ai materiali sintetici e in particolare al metacrilato (o perspex) con cui dà vita a sculture prodotte in serie grazie a procedimenti di stampo industriale. Il metacrilato, materiale altamente tecnologico e pertanto “freddo”, è scelto in un gioco di contrasto con i soggetti rappresentati, ovvero forme della natura che si rifanno al mondo vegetale e animale. Marotta inaugura così una ricerca orientata a esplorare e rappresentare la dicotomia tra naturale e artificiale, ricreando scenari immaginari popolati da forme coloratissime e trasparenti, tratte dal mondo della natura ma dichiaratamente fittizie e svuotate di ogni consistenza corporea. Le sezioni ortogonali conferiscono alle sculture tridimensionalità, ma soprattutto la luce, che attraversa questo universo in vitro, è in grado di ricostruirne i volumi, in un gioco di trasparenze e luminosità, presenza e assenza, magia e nostalgia di un eden perduto. Le sculture in metacrilato di Marotta già raccontano un interesse per la creazione di opere di carattere ambientale, che sconfinano nello spazio e lo ridisegnano, coinvolgendo lo spettatore sul piano sensoriale.
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