“I servizi ridotti all’osso e tutte le problematiche legate agli scempi nella Sanità Regionale a causa di un disegno fatto solo di tagli e risparmi e già peraltro svenduta ai privati, sono la fotografia di quanto è accaduto e continua ad essere in un Molise che, oltre a tante altre negatività senza eguali, continua a distruggere la sanità pubblica ed evidenzia anche una mala gestione della burocrazia. Dopo che i cittadini si sono ritrovati costretti a pagare le conseguenze in termini di assistenza per la chiusura di reparti negli ospedali pubblici regionali, si assegnano posti letto in quelli privati con tanto di autorizzazioni che poi risultano inefficaci dal punto di vista procedurale. Fa discutere e non poco, la sentenza del Tar Molise, sull’accoglimento del ricorso presentato a fronte del Decreto del Commissario ad acta della Sanità Regionale, Paolo Frattura, che inserisce dirigenti di strutture sanitarie private nella commisione OTA, l’organismo preposto al controllo dei requisiti per l’accreditamento di strutture sanitarie nel panorama assistenziale regionale. Insomma, il controllore che controlla se stesso è la formula adottata dal Commissario ad acta della sanità molisana per formare questa Commissione. Una scelta, evidentemente poco opportuna secondo il Tar Molise che ha ammesso il ricorso sostenendo che esiste un evidente e palese conflitto di interessi, vista la presenza in detta Commissione, di rappresentanti di due Centri molisani, il Neuromed e la Cattolica, aventi un rilevante peso nell’ambito dell’offerta sanitaria privata regionale. Solo qualche settimana addietro, in riferimento all’assegnazione di ben sessanta posti letto ad un’unica struttura sanitaria privata, il Centro di Alta riabilitazione Paola Pavone di Salcito, invece di distribuirli tra quelle pubbliche regionali, ho presentato una richiesta di accesso agli atti, per verificare se l’accreditamento da parte della Regione Molise relativo a tale Centro di Riabilitazione risultasse o meno conforme alla Legge. Alla luce di quanto disposto dal Tribunale Amministrativo Regionale, nasce spontanea una riflessione: in questo organismo (l’OTA) che doveva occuparsi di controllare la sussistenza dei requisiti di questa struttura sanitaria privata, siedevano esponenti con una sovrapposizione di ruoli tali da poter determinare un condizionamento, o peggio, pregiudicare i controlli necessari al rilascio delle varie autorizzazioni, proprio a se stessi! E questo potrebbe lasciare spazio a tante supposizioni che però, per mio costume non faccio, anche se dà fastidio sapere che tutto questo nuoce a chi le regole le rispetta e a chi fa le cose nell’osservanza della Legge. La domanda, adesso, è: cosa dovrà o vorrà fare la Regione Molise difronte a questa situazione? Se si fosse usata la logica e il buon senso, i sessanta posti letto, potevano essere distribuiti tra le varie strutture pubbliche regionali, evitando tanti disagi sia ai malati sia ai propri familiari, evitando anche una figura istituzionale determinata dalla sospensione dell’efficacia del Decreto di nomina della Commissione OTA. Ritengo, a questo punto, che l’autorizzazione a questa struttura sia da annullare, se è vero che ciò è derivato da una situazione che non può aversi visto il doppio ruolo della stessa Commissione. La questione, ora più di prima, va risolta proprio perché, dopo il danno, i cittadini hanno subìto la beffa di vedere la Regione Molise, accreditare posti letto a una struttura privata, in danno di quelle pubbliche, attraverso una situazione diciamo sui generis, stando a quanto sentenziato dal Tar. Forse è davvero giunta l’ora per dire basta a un modo di fare insufficiente, e perciò, dopo aver già chiesto la convocazione di un Consiglio Regionale con un ordine del giorno che chiarisse la questione, adesso, alla luce di questi nuovi e riprovevoli fatti, mi pare opportuno che il Consiglio Regionale imponga anche la revoca del provvedimento.”
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