Entro il 16 giugno va versata la prima rata della tassazione locale sugli immobili. Il conto complessivo sarà quest’anno di 10,1 miliardi di euro (20,2 miliardi di euro il conto totale a fine anno). Sono oltre 25 milioni i proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati) che dovranno “presentarsi alla cassa”, per l’acconto dell’IMU/TASI. Il costo medio complessivo dell’IMU/TASI su una “seconda casa” ubicata a Campobasso sarà di 1.022 euro (la metà da versare per l’acconto), mentre a Isernia si verseranno nell’anno 898 €: sotto la media nazionale che è di 1.070 € con punte di oltre due mila euro nelle grandi città. “Il che la dice lunga sulla “ricchezza” del nostro territorio”, commenta la Uil locale. Mentre, se si prendono in considerazione i costi dell’IMU/TASI sulle prime case cosiddette di lusso (abitazioni signorili, ville e castelli), sempre ubicate nel capoluogo regionale, il costo medio è di 2.831 euro (la metà per l’acconto di giugno), mentre nel capoluogo pentro il costo annuo è pari a 2.924 €; il costo medio nazionale è di € 2.610, con punte di oltre 6 mila euro. Questi dati emergono dal Rapporto IMU/TASI 2017 elaborato dalla UIL – Servizio Politiche Territoriali. Stante il blocco delle aliquote anche per l’anno in corso le aliquote non hanno subito rialzi, ma non hanno nemmeno subito ribassi, cosa questa possibile, ma non attuata da nessuna città limitandosi a riconfermare le aliquote dello scorso anno. “Il tema della tassazione sulla casa pone la questione se e come alleviare il peso per i contribuenti meno abbienti e, conseguentemente, chiedere un contributo maggiore a chi ha più disponibilità. Questo è stato sottolineato anche dalla Commissione Europea nelle recenti “Raccomandazioni Paese”, quando chiede all’Italia la reintroduzione della tassa sulle prime case per gli “alti” redditi.” Così fa osservare Tecla Boccardo, leader della UIL molisana. “Una tesi, questa, che avrebbe fondamento se non ci trovassimo però di fronte a due paradossi: un alto grado di infedeltà fiscale e valori catastali vecchi, iniqui e che non corrispondono al valore reale dell’immobile.” Per cui, a parere della UIL, prima di parlare di reintroduzione di tasse sulle prime case “sarebbe il caso di partire dalla revisione dei criteri che regolano i valori catastali che non significa maggiori prelievi ma una diversa e più equa ripartizione del prelievo sugli immobili. Ovviamente sempre accompagnando questo processo con una lotta “senza se e senza ma” all’evasione fiscale.” Ma c’è anche un’altra questione che sta a cuore alla Segretaria generale della UIL, che più volte ha avuto modo di sottolineare: “Va riequilibrato il rapporto Stato/Enti Locali in tema di fiscalità dando certezze alle istituzioni locali e ai contribuenti puntando alla riduzione della pressione fiscale. Invece: i comuni sono strozzati e i cittadini sono bastonati”