Campobasso è città Eucaristica. Torna come ogni anno l’appuntamento dell’Adorazione Eucaristica nell’agorà che, quest’anno, per motivi di sicurezza finalizzati a preservare l’integrità del tessuto sociale, non vedrà l’allestimento della “Tenda Eucaristica”. Sarà valorizzata perciò la chiesa “Madonna della Libera” recentemente riaperta al pubblico, in piazza Vittorio Emanuele II. La città Campobasso si stringe in un abbraccio ideale attorno alla solennità del “Pane spezzato” che vede attuare la condivisione tra spiritualità e tradizione. Il capoluogo e la realtà ecclesiale, dunque, sono pronti con gli allestimenti per la Solennità del Corpus Domini. A partire da questo pomeriggio, 15 giugno, la chiesa della Libera sarà aperta notte e giorno con i turni di adorazione dei vari gruppi nei consueti quattro giorni fino a domenica 18 giugno. Ogni mattina, alle ore 7, sarà celebrata l’Eucarestia presieduta dall’arcivescovo di Campobasso–Bojano mons. GianCarlo Bregantini con i sacerdoti che desiderano concelebrare. Le celebrazioni avranno luogo oggi pomeriggio alle ore 18.30 nella Cattedrale di Campobasso, con la liturgia Eucaristica presieduta dall’arcivescovo. Seguirà la processione del SS. Sacramento per le vie della città secondo l’itinerario di seguito indicato: Cattedrale, via Ferrari, corso Mazzini, corso Umberto I, Piazza Cuoco, via Cavour, Casa Circondariale (Preghiera e benedizione Eucaristica), corso Bucci, piazza vittorio Emanuele, corso Vittorio Emanuele, chiesa della Libera. Dopo la processione, alle ore 21, iniziano i turni dell’Adorazione continua e le Confessioni. Mentre, domenica 18 giugno, alle ore 17, processione dalla Cattedrale alla chiesa della Libera con sosta di adorazione, benedizione Eucaristica dalla loggia del municipio di Campobasso e rientro in processione verso la Cattedrale dove, alle ore 18.30, avrà luogo la Liturgia Eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Bregantini. Sfilata dei 13 Misteri. Nel giorno del Corpus domini, sfileranno svettanti “I Misteri”, rappresentazioni viventi di natura religiosa risalenti al 1700, unici nel suo genere. A Campobasso sono il simbolo della città, un tempo governata da confraternite che si alternavano al potere sostituendosi a quello istituzionale. Ammirare santi, angeli e diavoli nei tredici quadri viventi significa provare una emozione unica, nel “mistero” della sospensione dei personaggi, grazie a strutture metalliche nascoste da drappeggi o dagli stessi personaggi. La religiosità popolare vive uno dei suoi momenti di più alta poesia. Benedetti in piazza San Pietro nel 1999 da Giovanni Paolo II, che si fermò, nell’Angelus, a riflettere su queste espressioni dell’anima cristiana, continuano a vivere a distanza di secoli grazie alla tenacia e alla devozione spontanea di tanti campobassani che si vedono identificati in questi simboli. Per alcuni di loro è una vera e propria tradizione familiare che si trasmette di generazione in generazione conservando questa heritage che, altrimenti sarebbe scomparsa. E’ il caso della famiglia Teberino, da anni in prima linea nella delicata e complessa macchina organizzativa, prima con il padre, Cosmo, a cui era stato affidato l’incarico dal Comune di Campobasso, oggi con i figli, Giovanni, Liberato e Antonietta. Sono tante le storie e gli episodi che accompagnano questi quadri viventi che, in una ottica di valorizzazione promossa dall’ UNESCO nel 2003, hanno attenzione e interesse da parte di studiosi, televisioni locali, nazionali ed estere e fotografi che, nel giorno della festa, vengono da ogni parte del mondo. I 13 quadri viventi sfilano la mattina del Corpus Domini per le vie cittadine, quasi sommersi da un mare di persone, curiosi, visitatori e turisti che ne apprezzano gli allestimenti e la particolare suggestione. In questi anni, dopo periodi di assenza, la chiesa diocesana si è avvicinata alla manifestazione e, in collaborazione con l’Associazione Misteri e Tradizioni, sta curando l’aspetto tradizionale e spirituale. A partire dalla sfilata dei misteri nel 1999 in piazza san Pietro a Roma alla presenza di Giovanni Paolo II la mattina, prima della cerimonia della vestizione, il vescovo, celebra la messa per la grande “famiglia “dei misteri, quasi 500 persone che, tra figuranti, portatori, genitori e figure logistiche, ruotano intorno agli “ingegni” ideati dallo scultore campobassano Paolo Saverio di Zinno. Un trionfo di religiosità, un esempio di un legame ancestrale con la santità, un modello festivo che solennizza il giorno del Corpus Domini: così potremmo definire questi capolavori dell’ingegno umano, che raffigurano in modo preciso scene agiografiche e mariologiche. E mentre, come ogni anno, sfileranno, viene da pensare al profondo patrimonio ereditato di religiosità popolare, che va custodito e valorizzato opportunamente, tenendo sempre presente le indicazioni che Giovanni Paolo II diede ai vescovi di Abruzzo e Molise alle visite da Limina e le recenti esortazioni di Papa Francesco: rinsaldare il legame con la terra madre, segno del dono del Padre e modello da cui sono nate le varie espressioni di una religiosità popolare molisana fervida di emozioni e ricca di creatività.
CORPUS DOMINI eventi liturgici