La Cassazione ha confermato la condanna per omicidio volontario ad Antonio La Porta, il 57enne di Campodipietra che il 25 maggio 2014, giorno di elezioni amministrative, uccise con un colpo di pistola il fratello Vincenzo, suo vicino di casa, nel territorio in agro di Campodipietra. I giudici della Suprema Corte hanno invece annullato la sentenza relativa alla continuazione fra il reato di omicidio e di detenzione illegale di armi e munizioni in casa, rinviandone la trattazione a nuovo giudizio davanti la Corte d’Appello di Salerno, che dovrà eventualmente confermare la sussistenza delle contestazioni e rideterminare la pena. La Cassazione ha infine annullato senza rinvio la sentenza relativa alle contestazioni di detenzione e porto illegale di arma già assorbite in un altro capo di imputazione. Per Antonio La Porta, difeso dall’avvocato Carmine Verde e condannato in primo e secondo grado a 28 anni di reclusione, si tratta al momento di uno ‘sconto’ di pena di due anni. Come si ricorderà, nel corso di una discussione col fratello, davanti alle loro case, per questioni legate ai terreni Antonio La Porta avrebbe tirato fuori una pistola semiautomatica che deteneva in un marsupio e da cui partì un colpo che ferì a morte Vincenzo La Porta. L’uomo sarebbe poi stato aggredito e disarmato dai nipoti. L’omicida venne fermato e arrestato dai Carabinieri qualche ora dopo. La Procura contestò la premeditazione al 57enne mentre la difesa ha sempre sostenuto che si trattò di un tentativo di difesa degenerato in tragedia.
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