Ore 12.45. Evasione e riciclaggio per oltre 30 milioni di euro, nomi eccellenti in manette, perquisizioni fra Molise e Lazio: sono alcuni dei dettagli illustrati dal Procuratore di Isernia Paolo Albano, dal Comandante regionale della Guardia di Finanza Marco Appella e dagli altri vertici locali delle Fiamme Gialle inerenti l’inchiesta denominata ‘Nettoyage’. In particolare la Guardia di Finanza di Isernia, nell’ambito di una vasta indagine coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal GIP del Tribunale di Isernia, nei confronti di tre imprenditori ed un commercialista. Le misure restrittive sono scattate per Domenico Iuliano, 37 anni, imprenditore di Fornelli, in carcere; Domenico Cicchetti, 54 anni, imprenditore di Isernia, arresti domiciliari; Giannino Giorgio, 58 anni, imprenditore di Roma, arresti domiciliari; A.V., 60 anni, commercialista di Roma, divieto di dimora a Roma. Sono state eseguite, inoltre, numerose perquisizioni presso le abitazioni e le sedi di alcune delle società coinvolte a vario titolo nell’imponente frode fiscale e nel riciclaggio degli illeciti proventi derivanti. L’indagine è stata avviata a seguito di una verifica fiscale nei confronti della P. S.r.l., società di pulizie a livello industriale, già con sede legale a Roma e sede amministrativa a Pozzilli, di cui Iuliano è stato legale rappresentante, operando in tutta Italia, anche nei confronti di diversi enti pubblici. Le complesse, articolate e meticolose indagini, espletate anche attraverso il ricorso allo strumento delle intercettazioni telefoniche, hanno consentito di delineare l’alto profilo criminale di Iuliano, imprenditore spregiudicato, distante dall’evasore occasionale, che ha intessuto una rete di rapporti, organizzato operazioni societarie, tratto vantaggio da altrettante perdite per lo Stato, senza remora alcuna, senza indietreggiare a fronte dei primi controlli, anzi affinando, in modo ancora più “professionale”, la propria organizzazione criminosa, ergendo i reati a fonte di alto sostentamento per il proprio tenore di vita, pur risultando nullatenente. Iuliano, incontrastato dominus, ha continuato, imperterrito, anche negli anni successivi, tramite la stessa P. S.r.l. prima e la C. S. S.r.l. poi, la propria attività criminosa, facendo ricorso al sistematico e spregiudicato sistema truffaldino, palesando una totale inadeguatezza nel fare impresa in maniera corretta e lecita, così alterando le regole del mercato e della concorrenza. Per tale motivo, ha acquisito nuovi soggetti giuridici, stabilendo le sedi legali a Roma e le sedi operative nella vecchia sede di Pozzilli, ha continuato ad operare nell’ombra, senza rivestire alcuna carica formale, facendo ricorso a diversi prestanome (c.d. “teste di legno”) quali rappresentanti legali delle proprie imprese – a cui impartiva rigide e ferree direttive – risultati essere personaggi di facciata, nullatenenti, operai, funzionali alla reiterazione dei reati e, comunque, a nuove programmazioni criminose. In particolare, attraverso le successive indagini, è stato appurato che Iuliano tramite la P. S.r.l., ha utilizzato fatture per operazioni inesistenti emesse dalla E. O. S.r.l., formalmente amministrata da E.M., anche lui indagato, per un importo di quasi 2 milioni di euro, aventi ad oggetto noleggi di attrezzature e prestazioni di manodopera effettuate, così come emerso dalla ricostruzione dei flussi finanziari transitati nei conti delle società e dei soggetti interessati e dalle dichiarazioni acquisite da persone terze; tramite la C. S. S.r.l., con la quale ha continuato nelle evasioni di imposta e, conseguente, nella “ripulitura” del denaro illecitamente accumulato, ha indebitamente compensato debiti di imposta, contributi previdenziali e/o assistenziali dovuti, mediante il ricorso sistematico ad un inesistente credito di imposta, per oltre 8 milioni di euro, proseguendo tale condotta fino al mese di giugno 2017, anche attraverso altre società a lui riconducibili, formalmente rappresentate dalle solite “teste di legno”. Nel corso delle indagini, in particolare di quelle tecniche, è emerso, altresì, che il medesimo Iuliano aveva la disponibilità di ingenti quantitativi di denaro occultati, “parcheggiati”, pronti sia per essere “ripuliti”, facendo ricorso a collaudati meccanismi fraudolenti, sia per l’acquisto di immobili dì consistente valore anche a Roma o, ancora, per la costruzione della lussuosa villa con piscina di Fornelli, in cui dimora con la compagna, nonostante la formale intestazione fittizia alla N. S. s.a.s., la cui unica socia è formalmente la madre. Il soggetto, sebbene non risulti avere redditi, conduce un altissimo tenore di vita, avendo, difatti, la disponibilità di un natante di lusso cabinato modello STARTFISHER 34 S, di cui fa regolare uso nel fine settimana, e di una PORSCHE CAYENNE, entrambi intestati alla madre. Tra i prestanome, assume rilevanza la figura di Giorgi, posto agli arresti domiciliari, legale rappresentante formale della A.V., prima, e della ASD S., ASD U. e ASD F.V, poi, il quale si è consapevolmente prestato al suo ruolo, fornendo un contributo fondamentale per la riuscita delle operazioni di riciclaggio, ammontanti ad oltre 1,3 milioni di euro, rivenienti dall’evasione fiscale della P. S.r.l. e della C. S. S.r.l., società di fatto gestite da I.D.. Sempre lo stesso Giorgi, in qualità di legale rappresentante della A.V., ha omesso di presentare le dichiarazioni annuali ai fini delle imposte sui redditi e dell’I.V.A. per un imponibile di circa 3,9 milioni di euro, un’IRES evasa pari a quasi 600.000 euro ed I.V.A. sottratta a tassazione pari a quasi 400.000 euro, occultando o distruggendo le scritture contabili, al fine di evadere le imposte ed impedire la ricostruzione del volume d’affari e dei redditi conseguiti. Altro personaggio di rilievo, anch’esso posto agli arresti domiciliari, è Domenico Cicchetti, noto imprenditore isernino, presidente della F.V., società satellite della A. V., amministratore di fatto di quest’ultima, prima, e delle della ASD S., ASD U. e ASD F.V, poi. A suo carico numerosi e concordanti elementi indiziari di indubbia gravità, raccolti nel corso delle indagini, avvalorati dal tenore delle conversazioni telefoniche intercettate da cui emergevano sia le sue “preoccupazioni”, dopo che il citato Giorgi era stato convocato presso gli Uffici della Guardia di Finanza di Isernia, che la disponibilità di liquidità non dichiarate. Egli stesso ha partecipato all’operazione di riciclaggio dei soldi “guadagnati” da Iuliano per lo stesso importo di oltre 1,3 milioni di euro, a seguito della realizzazione del complesso meccanismo di evasione, posto in essere attraverso il ricorso alle false fatturazioni e alle indebite compensazioni di crediti d’imposta inesistenti, avvalendosi anch’egli di prestanomi, oltre che del supporto del cugino A. V., in particolare per le sponsorizzazioni. L’apporto personale nelle condotte criminose da parte di A.V., commercialista di Roma, rappresentante legale della A.V., colpito da ordinanza di divieto di dimora a Roma – dove ha sede il proprio studio commercialistico e dove hanno sede legale molte delle società coinvolte – risulta rilevante. Il soggetto non ha presentato le prescritte dichiarazioni annuali ai fini delle imposte sui redditi e dell’I.V.A., occultando al fisco un imponibile di oltre 2,1 milioni di euro, un’IRES evasa di quasi 600.000 euro ed I.V.A. sottratta a tassazione pari a quasi 300.000 euro. Particolarmente “insofferente” alle attività svolte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Isernia, in una conversazione intercettata A. V. si lascia andare ad un “mamma mia, ao’ nun se saziano mai questi!!”. Un ruolo fondamentale nelle operazioni di “ripulitura” del denaro illecitamente accumulato, è stato assunto dalla E. O. S.r.l., società formalmente intestata a E. M., ma di fatto gestita dal solito Iuliano. Le somme incassate dalla società, ammontanti ad oltre 1,7 milioni di euro, sono state, dopo essere state bonificate, immediatamente (sovente nello stesso giorno) “riciclate” da E. M., mediante emissioni di assegni “a me medesimo” posti all’incasso e prelevati dallo stesso per contanti, non più tracciabile, ovvero per il tramite della A. V., per la quale l’amministratore formale Giorgi ha operato con lo stesso collaudato e rodato meccanismo (bonifico, emissione assegno “a m. m.”, monetizzazione in contanti); in un isolato caso, per un residuale importo di 50.000 euro, tramite un presunto versamento nelle casse sociali di una società di calcio del frusinate, per sponsorizzazione non riconosciuta dalla società destinataria. La pregevole operazione di servizio ha consentito, in estrema sintesi, di constatare un’evasione di oltre 33 milioni di euro, imposte evase per oltre 13 milioni di euro, un giro di fatture false di oltre 2,5 milioni di euro, indebite compensazioni d’imposta per oltre 8 milioni di euro ed un riciclaggio di denaro sporco di oltre 3 milioni di euro. Le Fiamme Gialle di Isernia proseguono nell’attività di polizia economica finanziaria a contrastare ogni forma di evasione che produce effetti negativi per l’economia, ostacola la normale concorrenza fra imprese, danneggia le risorse economiche dello Stato ed accresce il carico fiscale per i cittadini onesti. “Chi utilizza fatture false e realizza sistemi articolati e complessi di frode fiscale, come sopra descritti, non è un contribuente in difficoltà, ma un vero e proprio criminale fiscale che sottrae risorse importantissime per lo sviluppo del Paese e la ripresa del processo di crescita economica”, hanno affermato gli inquirenti in conferenza stampa.