Nel mese di giugno l’Agenzia delle Entrate inviava un avviso bonario ai contribuenti molisani che risultavano proprietari di 24mila fabbricati rurali non ancora dichiarati al Catasto Edilizio Urbano. E’ solo il dato parziale di una fotografia della regione che in rapporto alla densità del territorio presenta un indice di abusivismo edilizio che sfiora il 70% (69,5 ad essere precisi, secondo i dati dell’Agenzia del Territorio), una percentuale preoccupante che fa guadagnare al Molise il primato della classifica, avanti anche a Campania, Calabria, Sicilia e Basilicata. Come riportato in un servizio del Tg5, secondo il Centro Ricerche Cresme le costruzioni abusive sono aumentate nel 2016, rispetto all’anno precedente, di 17mila casi, e secondo l’Agenzia del Territorio, in base all’ultimo accertamento, esistono in Italia 1 milione e 200mila immobili fantasma. Nel rapporto Istat 2015 sul benessere equo e sostenibile in Italia si legge che “dal 2008 in poi, si assiste a un brusco ridimensionamento della produzione edilizia. La flessione, tuttavia, è stata più contenuta per la componente illegale del flusso, determinando un rialzo degli indici di abusivismo in tutte le ripartizioni e in particolare nel Mezzogiorno, dove gli indici erano già molto elevati prima della crisi e si configura una deriva pericolosa verso situazioni di sostanziale irrilevanza della pianificazione urbanistica (in Molise, Campania, Calabria e Sicilia nel triennio 2012-2014 il numero degli edifici costruiti illegalmente è stimato in proporzioni variabili fra il 45 e il 60% di quelli autorizzati)”. In un recente rapporto semestrale dei Carabinieri del Comando provinciale di Isernia sono state scoperte una ventina di nuove costruzioni abusive in luoghi sottoposti a vincolo ambientale, ma il bilancio sale per diverse decine relativamente a denunce fatte per abusivismo edilizio in generale. Sintomo, questo, di un fenomeno che non si arresta, nonostante i controlli delle forze dell’ordine.