I Carabinieri della Stazione di Campobasso e Riccia, coadiuvati dal Nucleo Operativo e Radiomobile, sono impegnati nelle indagini riguardanti alcuni episodi di truffe ai danni di anziani verificatisi negli ultimi giorni nel capoluogo e nella provincia. Il fenomeno infatti, nel tempo fortemente contrastato in questo territorio, sia dalle attività d’indagine delle forze di polizia, sia grazie ai momenti di incontro e confronto tenuti con i cittadini per fornire loro consigli e suggerimenti utili a prevenirlo, vede come vittime persone a minore capacità di difesa e, sebbene non sia caratterizzato da violenza sulle persone o sulle cose, si basa sull’utilizzo di spiacevoli artifizi e raggiri che talvolta convincono i malcapitati a consegnare importanti somme di denaro, monili in oro o altri beni materiali. Torna ancora una volta utile rammentare alcuni buoni accorgimenti che possano tutelare le fasce di popolazioni più esposte, i genitori, i nonni, dall’essere avvicinati dai malintenzionati. Il punto su cui questi fanno frequentemente leva sono proprio i sentimenti familiari che inducono le vittime a credere a storie fantasiose di finti nipoti che chiedono di ritirare e pagare della merce per proprio conto da corrieri in arrivo che puntualmente si rivelano fantomatici, come pure finti sono gli interlocutori di telefonate che inducono le vittime a ritenere di parlare proprio con qualcuno di loro conoscenza, magari convinti da qualche riferimento verosimile. Dalla convinzione di dover fare qualcosa di assolutamente necessario per un proprio congiunto, alla consegna del denaro il passo è breve, e ciò avviene in un clima di artefatta confusione e coinvolgimento emotivo. E’ necessario pertanto rifiutare ogni forma di incontro già dal primo tentativo di visita in casa o dalla prima telefonata e, se possibile, ricevuta una richiesta, fare delle verifiche chiamando il 112 o direttamente un proprio parente con un altro apparato telefonico diverso dall’utenza fissa ove sono pervenute le telefonate adescatrici. Ciò perché spesso i malfattori, rimanendo con la telefonata “aperta” anche quando fanno credere di aver terminato la conversazione, inducono le vittime a ritenere erroneamente di parlare con altri, in successive telefonate formulate, ma in realtà è il medesimo truffatore rimasto in linea con un eventuale voce camuffata. E’ inoltre importantissimo ricordare che le vittime non hanno mai alcun motivo di provare imbarazzo o vergogna a raccontare quanto eventualmente accaduto, e che un’immediata richiesta di intervento delle forze dell’ordine può fornire molte più possibilità di rintraccio dei malviventi oltre che in generale orientare positivamente le indagini.
Congratulazioni alla neo dottoressa Caterina Calardo: 110 e lode con tesi su un museo dedicato alla pandemia da Coviv-19
Congratulazioni alla dottoressa Caterina Calardo per il brillante conseguimento della laurea magistrale con lode Alla presenza di genitori, fratelli e...
Leggi tutto