Come portavoce di Laboratorio Progressista ho incontrato alcuni Lavoratori della SEAC in presidio a Piazza Vittorio Emanuele ai piedi del Comune di Campobasso.Il quadro e desolante, una città martoriata dalla crisi vede ora protagonisti, loro malgrado, otto lavoratori della SEAC appena licenziati con lettera raccomandata pervenuta a casa, la quale contiene la comunica dell’esubero del personale. Posso solo immaginare cosa ha rappresentato quella lettera per i lavoratori e le loro famiglie. Rilevo che la disgregazione sociale in atto nega a questi lavoratori anche un minimo di solidarietà da parte della città, che, distrattamente, fa spallucce e chiude gli occhi, nel mentre si consuma un dramma che investe otto famiglie. Il comune di Campobasso è il committente di un servizio pubblico gestito da oltre 40 anni dalla SEAC azienda privata. Chi fa impresa con i soldi pubblici, un’azienda in generale, a fronte di una riduzione delle entrate, potrebbe ottimizzare meglio i costi generali di gestione, non scegliere la strada più semplice il licenziamento, in questo caso, dopo aver firmato un aumento di ore lavorate a parità di salario. Nell’esprimere tutta la nostra vicinanza ai lavoratori, nelle more di valutare tutte le azioni necessarie per poter fermare i licenziamenti, chiediamo al Sindaco Antonio Battista, alla giunta comunale di Campobasso in qualità di committenti di esigere la garanzia dei livelli occupazionali esistenti. Riteniamo che la questione SEAC sia centrale per la città di Campobasso, evidenzia ancora una volta la necessità di ripensare la gestione privatistico dei servizi pubblici essenziali. Inoltre i licenziamenti in atto sono in contrasto con l’articolo 41 della costituzione che recita “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Nel ricordare l’articolo uno e 41 della Costituzione al Sindaco di Campobasso che su quella costituzione ha giurato, ci auguriamo la massima attenzione della cittadinanza tutta.