Come si può rimanere insensibili al grido di allarme che proviene da Isernia, una città capoluogo di provincia vessata da una condizione di crisi difficilmente spiegabile se non da una politica incapace e insensibile da parte della Regione. Non si parla più dell’Università allontanata dal centro storico per il diniego della Regione a contribuire, anche in parte, al fitto della sede. Dove è finita la promessa del presidente della Giunta regionale di sistemare, nello stesso stabile, un centro di formazione per le scienze infermieristiche? Non è tollerabile l’assenza di qualsiasi intervento, anche minimo, per le infrastrutture sportive come dimostra la situazione della piscina o del Palazzetto dello Sport. Isernia è l’unico capoluogo d’Italia a non possedere una piscina e, mentre il Comune è costretto a rivolgersi ai privati, la Regione non offre alcuna soluzione. Il dramma evidente di tutto il tessuto sociale della città è conseguenza di una crisi del lavoro determinato dalla chiusura della Ittierre e l’unica risposta offerta è la cassa integrazione… quando va bene. L’ultima polemica a riguardo, in ordine di tempo, è stata la battaglia degli operai della Oti per essere licenziati! Sembra, ci siano riusciti! Non c’è stata alcuna politica di marketing per sostenere e valorizzare il Paleolitico. Nemmeno il completamento dei lavori all’acqua sulfurea hanno avuto la minima attenzione nei programmi regionali. Per non parlare del declassamento dell’ospedale Veneziale. Non si può affidare tutto alla così detta “Area di crisi” che si sta trasformando sempre più in una autentica bufala. Il centrosinistra ha miseramente fallito e non serviranno i proclami o gli impegni per il futuro che saranno annunciati in campagna elettorale. Isernia è l’emblema di una incapacità politica da parte del governo regionale che invade tutto il Molise. Nonostante i proclami mediatici della Giunta, infatti, tutto il territorio molisano è in forte crisi. I danni prodotti dall’amministrazione a guida Pd, sorda e cieca a qualunque dato negativo che avrebbe dovuto, al contrario, portare Frattura e i suoi assessori a prendere iniziative concrete per incentivare la fase di ripresa, questi danni appunto oltre ad essere incalcolabili dal punto di vista sociale potranno essere riparati solo mandando a casa questi amministratori.