Lo ‘shopping’ degli immigrati nei cassonetti dei rifiuti

Non importa che lo facciano alla luce del sole e magari in un momento in cui chiunque di passaggio possa guardarli: innanzitutto perché la luce serve loro a trovare quello che cercano e poi perché non hanno una reputazione da difendere. Vedere giovani immigrati, probabilmente ospiti di qualche centro di accoglienza, rovistare fra i cassonetti dell’immondizia sta diventando sempre più frequente anche da queste parti e l’ultimo episodio avvenuto a via Carducci, a Campobasso, nei giorni scorsi forse non stupisce più di tanto. I primi tempi del boom dell’accoglienza umanitaria degli ultimi anni erano soprattutto i contenitori degli abiti usati ad essere presi di mira, forse a causa dei ritardi nell’approvvigionamento di vestiti destinati alle strutture che li ospitano. Ma la pratica si è allargata anche ad altro materiale, che si tratti di oggetti considerati non più utili dagli originari proprietari ma ancora in qualche modo utilizzabili o comunque riciclabili per scopi essenziali fino agli scarti alimentari. Evidentemente una volta superata la prima “fase della sopravvivenza”, dopo aver trovato un posto dove dormire e mangiare e la possibilità di vestire abiti altrimenti destinati al macero, visti i tempi lunghi della regolarizzazione e dell’integrazione, e quindi anche la possibilità di lavorare, alcuni di loro scelgono di inventarsi un modo per ‘tirare avanti’, magari in maniera discutibile, facendo così allargare la lista degli episodi di disagio sociale che anche una piccola città come Campobasso conosce.

(foto inviate da un lettore)

 

 

 

 

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