Nel contesto di preparazione della visita pastorale alla città di Termoli, il vescovo Gianfranco De Luca ha voluto incontrare i membri dei movimenti e delle associazioni ecclesiali per offrire alcuni spunti di riflessione sulla Lettera Iuvenescit Ecclesia di Papa Francesco rivolta ai vescovi e dedicata alla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa cattolica. L’assemblea si è svolta mercoledì 18 ottobre nell’auditorium della parrocchia Santa Maria degli Angeli di Termoli alla presenza di numerosi rappresentanti delle varie realtà presenti sul territorio. Nel suo intervento il vescovo De Luca si è soffermato su due aspetti: individuare le ‘radici’ che deve avere un autentico apostolato animato dai carismi ecclesiali; suggerire quelle che sono le idee di fondo per essere parte integrante della Chiesa. Da qui l’invito a condividere il percorso di “chiesa in uscita”, di missione e di apertura sul territorio facendo leva sull’impegno di ognuno nel mettere al servizio di tutti il proprio carisma: “Ognuno diventa veramente se stesso nella misura in cui si fa ‘dono per gli altri’ e si apre al ‘dono degli altri’ con l’impegno ad animare con il Vangelo la terra che abitiamo”. L’obiettivo è quello di ‘comunionalizzare’, di fare rete con tutte le attività di pastorale, con una chiesa che “si rende presente in ogni iniziativa apostolica, anche la più piccola e nascosta, se ogni attività pastorale è sempre mirata a edificare tutta la Chiesa”. Il vescovo De Luca ha inoltre auspicato una ‘svolta ecclesiologica’ che consiste in un “capovolgimento di prospettiva, che scaturisce dal promuovere e incrementare la sinodalità nella vita e nell’apostolato di tutte le parrocchie, le aggregazioni ecclesiali e dei singoli fedeli”. La Consulta dei laici, presieduta da Grazia Servillo, ha accolto con favore l’iniziativa del vescovo di far precedere la visita pastorale da un ampia riflessione della comunità ecclesiale sulla realtà religiosa e civile della città: “Sembra emergere in tutte le associazioni e i movimenti la necessità evangelica di ripensarsi per l’oggi, senza per questo offuscare la “singolarità” e la ricchezza del proprio carisma originale, ma di armonizzare i doni di ciascuno per vivere insieme una nuova maturità ecclesiale che richiede comunione con il Pastore e con le diverse realtà parrocchiali. Formazione, educazione delle giovani generazioni, comunione tra le parrocchie, missionarietà,responsabilità laicale, accoglienza e vicinanza alle famiglie, catechesi permanente, formazione degli educatori – ha concluso Grazia Servillo – sono i termini che accomunano e risuonano in tutte le riflessioni e che possono diventare quel terreno comune dal quale ripartire”.