La statua della Madonna di Fatima, giunta a Campobasso il 13 ottobre, è stata condotta nei principali punti di preghiera di Campobasso e ha trovato il suo maggiore momento di devozione nel weekend appena trascorso, prima di tornare a “casa”. Un folto gruppo di amministratori, personalità religiose e cittadini hanno preso parte ad una celebrazione davanti Palazzo San Giorgio mentre nella serata di ieri c’è stata la fiaccolata di rientro nella chiesa di Sant’Antonio di Padova. Il sindaco Battista, nel corso del suo intervento, ha parlato di “dieci giorni intensi” vissuti dalla comunità locale e di un “affidamento che deve farci crescere e sentire più forti, che ci deve insegnare a guardare oltre gli steccati, sia fisici che mentali, agire con senso di responsabilità e con rispetto verso il prossimo. Affidamento che ci farà raccogliere le sfide con più serenità”. Ancora il primo cittadino: “In un periodo così complesso come quello che stiamo vivendo serve la forza per cambiare rotta e guardare in faccia alla realtà, alla nostra realtà, con occhi diversi, abbandonando ogni forma di individualismo a favore del bene comune. Dobbiamo dare risposte alle molteplici richieste che arrivano dalla popolazione, attuare un’attenta programmazione, guardare agli altri come guardiamo noi stessi e aprire le braccia al prossimo in difficoltà, il prossimo che vive sul nostro stesso pianerottolo ma anche quello che arriva da molto lontano. Sono tempi duri in cui è difficile essere uomini, politici, amministratori. I sindaci sono il primo punto di riferimento della popolazione e ogni giorno sono chiamati a fare scelte importanti, spesso senza essere in possesso di strumenti validi per affrontarle. Scelte da fare con prudenza e col coraggio necessario per guardare più lontano, pilastri su cui ci ha invitato ad erigere il nostro operato Papa Francesco, che ho incontrato personalmente qualche settimana fa dopo l’udienza con i sindaci Anci e che non ha mai dimenticato la nostra città e anzi, spontaneamente mi ha ricordato l’aneddoto di fra Bonaventura De Filippis, campobassano che il Pontefice, quando era provinciale dei gesuiti, inviò per un anno in Antartide. Prudenza dunque nel rispetto delle leggi, coraggio nell’agire e io aggiungo anche trasparenza nelle procedure. Principi che reputo irrinunciabili e che ci premettono di tagliare, con voi, importanti traguardi come è successo con il grande appalto per il completamento della Tangenziale Nord, finito sotto la lente dei giudici che dopo aver a lungo esaminato la questione ci hanno dato ragione. Inoltre con l’affidamento a Nostra Signora di Fatima sono convinto che riusciremo a trasformare la misericordia che ci vorrà donare in azioni concrete per andare incontro alle famiglie, alla scuola, al lavoro. Continenti di un unico mondo però che possiamo migliorare usando le nostre energie facendo sistema, perché ognuno ha bisogno dell’altro tanto per vivere il quotidiano quanto per progredire. Le nostre energie, i nostri saperi utilizziamoli per creare i presupposti per una solida rete tra le istituzionale che valorizzi l’esistente e costruisca ciò che manca, quello di cui la popolazione ha bisogno. La strada è in salita ma gli ostacoli che incontreremo non dovranno mai farci perdere la fiducia, mai perdere la fiducia in noi stessi per continuare a progettare una città migliore in cui ognuno di noi avrà un ruolo determinante abolendo i personalismi a favore di una politica diffusa, che valorizzi il senso di comunità circolare e che ci faccia sentire orgogliosi e fieri di vivere in una città che abbiamo costruito insieme. Fierezza dell’appartenenza che non deve trasformarsi in divisioni, in secessionismo come sta avvenendo in Europa dove la cultura della scissione prende il posto dell’unità. Credo invece nella fierezza che serve per abbattere i muri dell’indifferenza ed erigere ponti di solidarietà, per dare più valore alla dignità umana e alla giustizia sociale, una Campobasso dove non esistono differenze tra centro e periferie perché sono e saranno proprio le periferie il nostro obiettivo, la nostra missione, periferie con le quali rafforzare il dialogo e la collaborazione, perché è sul confronto e sulla collaborazione che ho improntato il mio mandato, il mio percorso alla guida di questa città che amo e che amerò ancora di più se potrò contare come sindaco sul vostro prezioso sostegno e da oggi anche di quello della Madonna di Fatima nelle cui mani abbiamo la nostra bella Campobasso che immagino, da qui a breve, ancora più aperta, senza doppie corsie, senza vicoli ciechi, pronta all’ascolto e alla vicinanza, all’integrazione e all’accoglienza per la quale all’assemblea Anci ci hanno fatto i complimenti. Il nostro impegno deve andare nella direzione giusta, in quella che serve per vivere nel presente aiutando soprattutto i giovani, i nostri figli a crescere senza la paura del futuro”.