Campobasso si dimostra ancora in alto mare in tema di raccolta differenziata nonostante il progetto partito dal centro storico abbia fatto piccoli passi in avanti. Ma la gestione e i risultati non sono ancora soddisfacenti e diversi problemi creano contraddizioni che rischiano di mandare all’aria quanto di buono è stato fatto finora. Sentinella dell’andamento del servizio, manco a dirlo, l’associazione Centro Storico, che denuncia nel dettaglio le lacune da colmare e gli interventi più urgenti da mettere in pratica, chiedendo un nuovo incontro con l’assessore al ramo.
“A cinque mesi dall’inizio della raccolta differenziata nel centro storico è opportuno fare un primo bilancio. Già negli scorsi mesi eravamo stati contattati dall’assessorato all’ambiente per essere informati sulle dinamiche del ciclo delle raccolta e, dopo vari rinvii, finalmente durante questa primavera, è iniziata la raccolta differenziata. La partenza è stata buona, con una discreta partecipazione dei cittadini. Siamo stati felici di vedere il borgo libero dagli ingombranti e maleodoranti cassonetti e per questo abbiamo espresso un plauso all’amministrazione chiedendo di continuare con azioni che valorizzassero ancora di più il millenario centro storico. Riteniamo però che ogni azione innovativa debba essere monitorata e modificata negli aspetti che, molto spesso, non vengono ben valutati in sede di progettazione. Per questo l’Associazione ha saggiato in prima persona e ha ascoltato i cittadini, chi nel borgo lavora, gli operatori volontari e non, in merito alle difficoltà incontrate e che, purtroppo, limitano una maggiore e migliore partecipazione al riciclo dei rifiuti. Circa un mese fa, quindi, abbiamo chiesto e ottenuto un incontro con l’Assessore Ramundo durante il quale abbiamo riferito le esigenze espresse dai cittadini ed evidenziato i punti deboli del progetto: pensiamo all’assenza dell’ecostop nella zona di S. Maria della Croce, per cui tutta la popolazione residente nella zona (Piazza dell’Olmo, via Pennino, vico Monticelli, buona parte di via S. Antonio Abate) ha difficoltà a conferire i rifiuti per la lontananza dei punti di raccolta. Abbiamo inoltre suggerito di valutare la possibilità di inserire un servizio di raccolta “porta a porta” per i residenti con problemi di mobilità e per chi vive nelle zone più alte e isolate del borgo. Altra forte contraddizione segnalata è la presenza dei vecchi cassonetti in quattro punti del quartiere: ciò comporta che la cattiva abitudine di conferire i rifiuti in qualunque ora e in qualunque giorno resta ancora possibile per chi non vuole adeguarsi alle regole, penalizzando così i cittadini virtuosi che, seppure con difficoltà, osservano il calendario previsto. Pare esagerato, invece, divieto di sosta di 24 ore nei punti in cui l’ecostop sosta per sole tre ore al giorno. Si aggiunga, poi, che nel centro storico non è stato ancora attivato il circuito di video sorveglianza che consentirebbe un monitoraggio più puntuale della raccolta differenziata e la possibilità di individuare e multare i trasgressori. Si registra, infine, l’assenza di un incontro ufficiale con i cittadini del borgo dell’assessore e della SEA. Esiste allora la possibilità che la raccolta differenziata, partita sotto i migliori auspici, si risolva in un fallimento, l’opportunità per questa città di evolversi verso le migliori esperienze rischia di naufragare per l’ennesima volta. Ci sembra riduttivo e fuori luogo individuare la colpa della parziale riuscita del piano per la raccolta differenziata in quella parte del popolo campobassano, che pure c’è, ostile ad ogni rinnovamento, appare chiaro che la responsabilità resta a carico di una amministrazione che continua a restare chiusa nel palazzo incapace di ascoltare i cittadini e con loro lavorare alla modifica di impostazioni che si dimostrano errate”.
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