Accusata nel 2011 di essere la mandante di un furto perpetrato ai danni di una sala slot nella zona di Parco dei Pini, a Campobasso, oggi per una 43enne campobassana arriva un primo riscatto dopo sei anni di calvario giudiziario e di una serie di conseguenze che hanno comportato quell’accusa. Il Tribunale di Campobasso, al termine del processo di primo grado, l’ha assolta per non aver commesso il fatto. A dimostrare la sua estraneità a quell’episodio, per il quale sono finiti sul banco degli imputati anche cinque persone di Lucera (Puglia), ci ha pensato l’avvocato Angelo Piunno. “Questa sentenza mi ha restituito un pò di dignità ma ho vissuto grandi difficoltà all’epoca, subito dopo la vicenda”, commenta la 43enne. “Fui licenziata in tronco alcuni giorni dopo il furto, senza alcuna prova. Sono rimasta disoccupata con tre figli minori sulle spalle e senza percepire mantenimento, ho cercato un nuovo lavoro ma mi si sono chiuse diverse porte in quanto ormai ero stata tacciata come la ‘dipendente infedele’. Ovviamente l’occupazione precedente era la mia unica fonte di sostentamento e ho affrontato enormi difficoltà economiche per mantenere me e i miei figli. Sono rammaricata e segnata dal fatto che, oltre a lottare per dimostrare la mia innocenza, il passaparola in città ha distorto la mia immagine e la mia reputazione. Mi auguro che almeno adesso questa etichetta possa essere cancellata insieme all’accusa che mi è stata fatta”.