“Troppo silenzio sulla vertenza GAM. L’impegno comune ci ha permesso di firmare la cassa integrazione lo scorso 13 novembre, è uno strumento indispensabile, faticosamente costruito e necessario visti i tempi di attesa che servono per rilanciare le attività della filiera avicola”. Così Cgil, Cisl e Uil in una nota congiunta sul rilancio della filiera e il destino dei lavoratori. “Siamo consapevoli che altri ne serviranno per riallineare i tempi dei processi di rilancio delle attività produttive e il reinserimento dei lavoratori è questo un tema su cui le organizzazioni sindacali e le Istituzioni a ogni livello dovranno continuare a impegnarsi, perché è un tema che non riguarda solo la GAM ma ogni lavoratore che sta terminando il sostegno al reddito e rischia di rimanere in mezzo a una strada. Ma la cassa integrazione non basta, occorre andare avanti velocemente e rendere esigibile quanto sottoscritto negli accordi del Ministero. Non prossimo più aspettare, occorre conoscere qual è lo stato dell’arte del piano degli investimenti che la Regione Molise e Agricola Vicentina devono porre in essere affinché nel territorio matesino si ricominci finalmente a parlare di lavoro. Flai, Fai e Uila nazionali hanno richiesto un incontro ad Agricola Vicentina e noi auspichiamo che dall’incontro emergano informazioni che definiscano un piano industriale per l’incubatorio e il macello, accanto a questo però è necessario capire con la Regione Molise a che punto è il contratto di sviluppo. Il Mise si è impegnato a riconvocarci appena si avesse avuto contezza dell’assegnazione dei bandi e del superamento dei problemi legati alle interferenze che insistono sul sito produttivo del macello. Ma i tempi ci sembrano da calende greche e il 31 dicembre è ormai arrivato ma non giungono le risposte a livello regionale malgrado le richieste di incontro da noi inoltrate. Le politiche attive approntate fino ad oggi risultano essere insufficienti e non hanno dato ancora risposte né ai lavoratori dello Zuccherificio i cui ammortizzatori sociali scadono a giugno 2018, né ai lavoratori della Gam. Questo ci fa constatare come il D.Lgs 150, per intenderci il Jobs Act, è fallimentare quando si cala in realtà regionali che ci sembra non riescano ad attirare grandi investimenti per il rilancio economico del territorio. Non ci è dato ancora sapere la quantità e qualità delle manifestazioni di interesse presentate nell’area di crisi complessa e quante di queste manifestazioni di interesse possano tradursi in reali progetti di investimento nel territorio capaci di portare benefici in termini economici e di occupazione quello che sappiamo è che i lavoratori – inoccupati, disoccupati, in cigs, in mobilità – che insistono su quell’area e che attendono delle risposte sono circa 4000. I lavoratori sono ben coscienti che la possibilità di invertire la rotta per il Molise passa attraverso la creazioni di posti di lavoro, noi ci auspichiamo presto una convocazione da parte della Regione dove finalmente ci vengano fornite risposte a tutta questa serie di interrogativi e un percorso certo che dia uno sbocco positivo a questa vertenza”.
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