Grande partecipazione al Corso di formazione promosso dall’Ordine dei Giornalisti del Molise e dalla Fondazione “Giovanni Paolo II” in collaborazione con l’Associazione Amici dell’Università Cattolica sui temi della comunicazione sanitaria. 110 i partecipanti giornalisti a cui si sono aggiunti medici ed operatori sanitari, in totale circa 250 corsisti. L’evento è stato coordinato dalla Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Pina Petta, che ha messo sul tavolo i temi principali del dibattito. Dopo il Saluto di Carolina De Vincenzo, Presidente dell’Ordine dei Medici, è intervenuto Mario Zappia Direttore Generale della Fondazione, che ha ricordato il ruolo fondamentale della Comunicazione Sanitaria, anche in situazione molto delicate come sul caso delle vaccinazioni, esempio emblematico di come una cattiva informazione possa creare non pochi problemi. La relazione introduttiva è stata affidata al Direttore Scientifico dell’evento, Nicola Cerbino, Capo Ufficio Stampa della Fondazione “Policlinico Gemelli” e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. La crescente domanda è frutto del nuovo ruolo che la cittadinanza sta iniziando ad avere nel secolo appena iniziato: se il XX secolo è stato infatti il secolo dei professionisti e delle istituzioni il XXI secolo sarà ricordato come il secolo del cittadino, che ormai è al centro della complessa architettura sociale del mondo globalizzato che pretende, forte di una nuova base di conoscenze condivise (a portata di clic grazie al web 2.0), di organizzare e gestire la Sanità insieme al medico e alla struttura. Si tratta di reciprocità che è alla base dei rapporti umani ma soprattutto del rapporto medico – paziente, visto che la salute, o meglio la malattia, non è gestibile dal singolo per se stesso ma per qualsiasi individuo vige la regola naturale dell’affidarsi alle cure prestate da qualcun altro. Fino a 50 anni fa salute e malattia avevano un carattere del tutto personale e privato che interessava il malato, il medico e la famiglia… nessun altro! All’azione secondo scienza e coscienza di stampo paternalistico si sostituisce l’alleanza terapeutica col paziente che chiede a gran voce di decidere della propria salute. Maggiore consapevolezza porta a maggiore richiesta di informazioni sulla salute, ma tutto ciò avviene in un contesto globalizzato di: altissimo sviluppo tecnologico, con un alta velocità di trasferimento di dati e informazioni ed una conoscenza condivisa alla portata di un clic. D’altro canto la tecnologia e la fast comunication di internet, se ben gestite, ci offrono orizzonti completamente nuovi. La possibilità di realizzare una vera rivoluzione sanitaria: aumento dello stato di salute per una diffusione capillare di educazione sanitaria, presa di coscienza critica da parte del cittadino delle problematiche di salute. Un’azienda sanitaria è da sempre vista come principale responsabile della tutela della Salute dei cittadini (diritto fondamentale dell’individuo salvaguardato dallo Stato – articolo 32 della Costituzione) agendo sulla prevenzione da malattia nella popolazione sana sia dedicandosi alla cura dei pazienti sulla base dell’evidenza scientifica. Altro diritto fondamentale riconosciuto però al cittadino è il diritto all’informazione, definito come diritto soggettivo e declinato nelle sfaccettature dell’“informare, informarsi ed essere informato”, paradigma di una realtà dove alla caduta delle barriere tradizionali si sostituisce un mondo sempre più frenetico, regolato da una globalizzazione che ha prodotto rapporti interpersonali istantanei che annullano tempi e distanze. “Siamo bombardati da veri e propri «falsari del Web» ha affermato Dario Sacchini, professore associato di bioetica alla Cattolica di Roma, “dalla pubblicità ingannevole siamo arrivati a delle vere e proprie “bufale” on line estremamente pericolose”. Quirino Mescia, Avvocato e Giornalista, ha parlato della disinformazione giornalistica e dei danni che comporta, mentre Emanuele Monti, Medico e Giornalista, ha relazione su “Giornalismo e medicina nella prevenzione, nella emergenza e nella carta di Treviso”. L’ultimo intervento è stato affidato a Carlo Bosna, che si è focalizzato sulle prospettive social ed etica della comunicazione.