Voleva fuggire in Marocco con mezzo milione di euro in contanti ma il furbetto, un 30enne marocchino incensurato e residente in Italia, è stato intercettato a bordo di un furgone al porto di Genova dagli uomini del primo dirigente della locale Polizia di Frontiera, il molisano Lorenzo Manso (in foto), già capo della Squadra Mobile di Campobasso durante la metà degli anni Novanta, dove si è distinto per diverse operazioni antidroga e contro la criminalità organizzata. Manso, i cui genitori sono originari di San Felice del Molise e molto conosciuto a Campobasso, dopo aver lasciato gli uffici di via Tiberio ha prestato servizio presso diverse Questure italiane, passando per Pistoia, Firenze, Napoli, Perugia, Sanremo e Genova, acquisendo sempre più competenze nel campo dell’Antiterrorismo, di cui oggi è considerato un esperto del mestiere. Nell’ambito dell’operazione al porto di Genova, la perquisizione dell’automezzo ha portato alla luce ben 47 pacchi sigillati contenenti denaro in contanti, pezzi da 20, 50, 100 e 200 euro, occultati sotto alcuni pannelli del furgone, ma solo dopo l’intervento dei Vigili del Fuoco, entrati in azione con un flessibile, è stato possibile rintracciare ulteriori confezioni di contanti che erano state incastrate addirittura all’interno delle lamiere. La Polizia di Frontiera di Genova ha perciò attivato una serie di indagini per risalire alla provenienza del denaro. Tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti, il denaro potrebbe essere frutto di una colletta all’interno della comunità islamica o di presunti proventi illeciti da attività criminose. Ipotesi sono state fatte anche sulla destinazione del denaro, fino ai casi più preoccupanti come il finanziamento del fondamentalismo islamico e del terrorismo. Il corriere nord africano, dopo la perquisizione, è stato dichiarato in stato di fermo.