In più di 15mila persone hanno assistito ad una rappresentazione che ha del fantastico, il Presepe di Rivisondoli. Il 5 gennaio si è infatti vissuta una giornata magica. Il Molise, ormai partner imprescindibile, sia per la parte organizzativa con la collaborazione pluriannuale de i Borghi d’Eccellenza, che per il sempre copioso ed indispensabile apporto di attori e figuranti, è sempre più vicino all’Abruzzo e ad un legame che anche quest’anno ha dimostrato di essere forte ed indissolubile. La partecipazione di attori da Termoli grazie al Terzo Millennio, al Centro di Accoglienza di Petacciato “Le Dune”, agli amici di Sant’Elia a Pianisi, Vandra, Roccamandolfi, per un numero di circa 220, ha dato ancor più corpo e valore ad una manifestazione unica ed irripetibile. Un applauso di circa 10 minuti che ha ripagato di ogni sforzo e di ogni sacrificio. Grande partecipazione attiva da parte degli amici degli Zampognari del Matese che hanno potuto esibirsi e gemellarsi culturalmente con l’antichissima Corale Folklorica di Orsogna “La Figlia di Jorio”, che letteralmente ha mandato in visibilio e ha commosso il pubblico pervenuto a Rivisondoli da ogni parte d’Italia: 50 minuti di spettacolo puro, di emozioni, di partecipazione e di grande empatia. Rivisondoli messa sotto assedio per l’edizione numero 67. La stima è di almeno 15mila persone che si sono radunate nella Piana di Piè Lucente, dove si è rinnovata la tradizionale rappresentazione della Natività. Oltre trecento figuranti hanno animato la rappresentazione con Giulia Marconi, diciottenne di Todi nei panni della Madonna, Giacomo Sciamanna, ventenne di Assisi, che ha impersonato San Giuseppe, e il piccolo Eduardo Vittoria, Gesù Bambino, come da tradizione l’ultimo nato in paese. In scena figuranti ed attori, sotto l’attenta regia di un gruppo di amici che del Presepe hanno fatto una meraviglia tutta italiana alla stregua del riconoscimento di Patrimonio Culturale Italiano. In occasione del Presepe vivente, visto lo spirito di interazione tra le persone, i partecipanti e le comunità italiane che vivono questa magia tutta italiana, è stato sancito il gemellaggio tra gli zampognari del Matese e il coro di Orsogna, che vanta di essere il più antico d’Italia. Grande la soddisfazione per la felice riuscita della manifestazione espressa dal sindaco di Rivisondoli, Roberto Ciampaglia, dal parroco del paese, don Daniel Cardènas, e dagli organizzatori. Il cielo sereno e le temperature miti hanno favorito l’afflusso di una grande folla, proveniente da ogni parte d’Italia, nella Piana di Piè Lucente. Il presepe vivente è patrimonio della comunità di Rivisondoli, dell’intero Abruzzo, dell’Italia intera e l’apporto significativo ed indispensabile del contributo di altre comunità extraregionali, in primis il Molise, grazie alla sinergica azione che vede da anni coinvolto il coordinatore dei Borghi d’Eccellenza, il molisano Maurizio Varriano, rende ancor più grande la rappresentazione, sempre commovente e suggestiva. Il sindaco Ciampaglia, visibilmente commosso, ha espresso gratitudine per gli organizzatori e quanti in ogni modo hanno collaborato alla realizzazione dell’evento, sotto l’attenta regia di Geppy Lepore. Tra gli spettatori anche il consigliere regionale Emilio Iampieri. “Sono affezionato a questo presepe e sempre commosso dall’assistervi – ha detto Iampieri, – è un momento importante di devozione alla Natività e di tradizione popolare che arricchisce ogni anno la nostra regione, attraendo attenzione da ogni parte d’Italia”. “Da questo presepe, che abbiamo voluto dedicare alle popolazioni terremotate dell’Umbria, arriva a tutti un messaggio di pace e fratellanza universale – ha sottolineato il parroco, – tutti sono stati bravi nel loro compito e tutti meritevoli della nostra gratitudine, tanta gente ha partecipato in silenzio e compostezza all’evento, che vuole essere esortazione a tenere vive tradizioni che sono segno di fede e di profonda riflessione sul mistero del Dio che si fa uomo, cambiando il corso della storia dell’umanità”. Il presepe di Rivisondoli è nato nel 1950, espressione della voglia di rinascita di un territorio duramente colpito dalla tragedia della seconda guerra mondiale e questo senso di rinascita e riscatto resta impresso in questo evento.
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