Ore 17.20. La Corte d’Appello di Campobasso ha condannato l’ex governatore e attuale consigliere regionale Michele Iorio e l’ex assessore regionale al Bilancio Gianfranco Vitagliano a sei mesi di reclusione per abuso d’ufficio nell’ambito del filone dell’inchiesta ‘Zuccheropoli’ relativo al mancato esercizio del diritto di prelazione della Regione nella cessione delle quote tra gli imprenditori Luigi Tesi e Remo Perna. Per entrambi la sentenza – che ha ribaltato il verdetto di primo grado – è sospesa con non menzione. I giudici Pupilella, Fiorilli e Paolitto hanno condannato Iorio e Vitagliano anche ad un anno di sospensione dai pubblici uffici e al risarcimento in favore delle parti civili, Codacons e Regione, da liquidarsi in sede civile. Ora Iorio potrebbe avere dei problemi per le imminenti elezioni per via della Legge Severino. Tuttavia l’ex governatore potrà candidarsi sia al Senato e alla Regione e, qualora venisse eletto alla Regione prima del terzo grado di giudizio, scatterà la sospensione in attesa della pronuncia della Cassazione, mentre per quanto riguarda Palazzo Madama la condanna minima per la sospensione è di due anni. Iorio ha già un precedente nell’attuale legislatura: a seguito di una condanna per abuso d’ufficio nel processo Bain & Co. fu sospeso per circa un anno, prima di essere reintegrato dopo la sentenza della Cassazione che dichiarò la prescrizione dei reati. Decisivo è stato l’intervento dell’avvocato del Codacons, Fabio Del Vecchio, che ha presentato una copia di alcuni verbali del Tribunale di Isernia che rinviò le udienze in attesa del pronunciamento della Cassazione sulla competenza territoriale e in cui venivano dichiarati sospesi i tempi della prescrizione, che di conseguenza slitta di alcuni mesi. “Sono soddisfatto dell’esito processuale – il commento del legale – in quanto è stato ristabilito il principio secondo cui su una questione destinata alla salvaguardia occupazionale e non di natura lucrativa, e per cui sono stati erogati circa 50 milioni di euro, era competente il Consiglio regionale e non la la Giunta, causando diversamente un vulnus al principio democratico”. Difficile che venga fissata un’udienza davanti alla Suprema Corte prima del 22 aprile, data delle Regionali, dal momento che dovranno prima essere depositate le motivazioni della sentenza d’Appello e poi i legali difensori, Arturo Messere e Gina Capuano, impugneranno il verdetto. “Giustizia apparente”, è il commento di Iorio. “Ho sempre operato nel pieno rispetto delle leggi e nell’interesse del Molise. E’ questo il motivo per cui trovo incomprensibile la sentenza emessa questo pomeriggio soprattutto dopo l’assoluzione con formula piena in primo grado. Sono convinto della mia piena innocenza e, avendo la coscienza pulita, continuerò con il mio impegno politico che non mi è assolutamente impedito da questa sentenza che arriva, con una puntualità svizzera, a due giorni dall’ufficializzazione delle candidature per le elezioni politiche“.