Tra le vittime di mafia, camorra, ‘ndrangheta, sacra corona, figurano persone appartenenti a tutte le espressioni della società civile: dalle forze dell’ordine in primis (124) ai giovani (59), ai commercianti (50), agli imprenditori (45), ai sindacalisti (42), ai politici (37), ai magistrati (17), ai giornalisti (9), ai sacerdoti (9), ivi compresi insegnanti, operai, impiegati, contadini. Un quadro terribile quello che la Fondazione “Progetto legalità Paolo Borsellino” fotografa con un tributo di vite altissimo, tra le quali anche rappresentanti del mondo politico, spesso trascurati, ancorché espressione altissima della Politica, rispetto a quella attuale che registra solo astensionismo, disaffezione, diffidenza e ostilità. Vittime che, salvo eccezioni, vengono ricordate e onorate quasi esclusivamente nelle città d’appartenenza, dimenticando l’altissimo valore che non può e non deve avere confini, tantomeno geografici. Per questo è giusto e doveroso che le Istituzioni, amministrazione comunale in primis, non si sottraggano al dovere morale e politico di titolare luoghi e aree pubbliche alle vittime delle “mafie” significando con ciò la partecipazione e la condivisione nazionale. Tra queste l’on. Piersanti Mattarella, ucciso nel lontano gennaio del 1980, a soli 45 anni, colpevole di avere intrapresa una azione riformatrice e moralizzatrice della massima istituzione regionale siciliana di cui era presidente. Ritengo pertanto opportuno che si dedichi a Piersanti Mattarella, guida esemplare delle istituzioni, la sala consiliare emblema del capoluogo di regione e in tal senso formalizzerò la conseguente proposta.