Una serie di equivoci e azioni fatte in buona fede. Sarebbero in sostanza i contenuti delle risposte con cui Francesco Sassano, nel corso dell’interrogatorio di garanzia nella casa circondariale di Campobasso, ha respinto le accuse di riciclaggio mosse nei suoi confronti dalla Dda di Roma che ha coordinato l’inchiesta che due giorni fa ha portato ad una ventina di arresti. “E’ provato da questa storia ma è determinato a chiarire la sua posizione”, ha spiegato l’avvocato Mariano Prencipe (foto a destra) che lo ha assistito in carcere. L’imprenditore campobassano 59enne, titolare di un noto caseificio a Vinchiaturo, sarebbe accusato di aver contribuito a ‘ripulire’ circa 1 milione e 145mila euro per conto delle comunità cinesi a Milano attraverso bonifici bancari a favore di inesistenti sponsorizzazioni sportive e attività commerciali. Contestazioni che non troverebbero prova, ha precisato il legale, che lascia intendere come un imprenditore che fattura quasi 30 milioni di euro l’anno non avrebbe bisogno di simili operazioni. E’ durato circa tre ore l’interrogatorio per rogatoria davanti al gip Maria Rosaria Rinaldi. La difesa presenterà al pm di Roma che conosce i dettagli dell’inchiesta una memoria in cui sarà chiarita nel dettaglio la posizione di Sassano. “Lunedì, intanto, presenteremo istanza al Tribunale del Riesame per la remissione in libertà o una misura meno afflittiva”, ha annunciato Prencipe.