Dipendente infedele preferisce coltivare tartufo alle ore di lavoro, sospeso e a giudizio

La mattina si recava sul posto di lavoro, timbrava il cartellino e lasciava gli uffici per mettersi al volante dell’auto di servizio ma invece di svolgere le mansioni sul territorio per le quali era competente preferiva dedicarsi alla coltivazione del “tubero d’oro”, meglio conosciuto come tartufo. Protagonista della vicenda un 50enne del capoluogo, dipendente della Provincia di Campobasso, che in applicazione della Legge Madia è stato raggiunto da un provvedimento di sospensione con rischio licenziamento. Sembra, infatti, che l’uomo possieda un appezzamento di terra in un comune vicino Campobasso adibito a tartufaia, dove era solito recarsi durante l’orario di lavoro per concentrarsi su una seconda attività, evidentemente molto redditizia. Ma i movimenti non sono sfuggiti agli agenti della Squadra Mobile della Questura di Campobasso che hanno pedinato il dipendente dell’ente pubblico e in più occasioni avrebbero effettuato appostamenti e verbalizzazioni di quanto riscontrato, fino a formalizzare una denuncia per truffa allo Stato. Pare che in almeno un’occasione il 50enne sia stato accompagnato da un collega, che sarebbe rimasto coinvolto nel successivo procedimento disciplinare aperto dalla Provincia. Gli episodi si riferiscono all’anno scorso e nella giornata di ieri si è aperta la fase processuale. Il fatto avrebbe comportato altre conseguenze: i vertici della Provincia, infatti, avrebbe deciso di dotare i mezzi dell’Ente di Gps, al fine di monitorare i movimenti delle auto e localizzare la posizione dei dipendenti, rilevando subito eventuali ‘infrazioni’. La decisione avrebbe provocato qualche mal di pancia fra alcuni dipendenti, che probabilmente non hanno apprezzato questa forma di controllo a causa di comportamenti negligenti da parte di altri.

 

 

 

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