“Paolo stai sereno. È comprensibile che il crollo dei consensi e la “sindrome del bunker” da isolamento politico suggerisca al presidente Frattura di provare a uscire dall’angolo tentando di spettacolarizzare pronunce giudiziarie non definitive e del tutto scollegate tra loro. A qualcosa, in fondo, deve pur aggrapparsi, in assenza di risultati e al cospetto di conclamati fallimenti ormai evidenti a tutti”. Così Massimo Romano, l’avvocato noto negli ambienti della politica e che ha curato diversi ricorsi per conto di associazioni e privati, fra cui il Codacons, contro Regione e il presidente Frattura, ha risposto alle critiche del governatore nei suoi confronti, in particolare quella di utilizzare questi mezzi per fare politica. “Assai meno comprensibile, invece – continua Romano in una nota, proposta anche sul suo profilo Facebook, – è che reciti la parte del perseguitato politico vittima del Codacons, non avendo avuto mai nulla da ridire quando lo stesso Codacons si è costituito parte civile contro Michele Iorio e altri suoi avversari, come nei processi penali Bain & co. o, più di recente, Zuccheropoli. Decisamente patetico, però, è che si avventuri a lamentarsi della “politica nelle aule di tribunale”: proprio lui! Un Presidente che nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche ha denunciato mezzo mondo con una tragica sequenza di esposti, registrazioni di nascosto e querele a scoppio ritardato, trascinando in giudizio – con gli esiti disastrosi che tutti conosciamo – perfino il pm che stava indagando sul suo conto e i giornalisti che hanno osato mettere il naso nei suoi conflitti d’interessi. Quanto a me, glielo dico con la franchezza di sempre: se ne faccia una ragione e si rassegni. Può scegliersi i suoi, di avvocati, ma non anche quelli della controparte. Gli sembrerà strano, lo so, ma questo non gli è consentito: dovrebbe sapere bene che così come non ho accettato cinque anni fa la sua offerta di fargli da vicepresidente, allo stesso modo non mi impressionano le sue roboanti conferenze stampa arroccato in perfetta solitudine nel Palazzo della Giunta. In ogni caso, se vuole un confronto pubblico sugli argomenti in questione, non ha che da indicarmi il luogo e la data: sarà un piacere entrare nel merito di alcune vicende di pubblico interesse raccontate ancora solo a metà, per offrire qualche elemento di comprensione più compiuto all’opinione pubblica ed eventualmente agli stessi organi di controllo. A meno che la sua sicumera così inutilmente ostentata non risponda solo ad un maldestro tentativo di condizionare l’esito di giudizi ancora pendenti, la cui definizione è davvero imminente”.
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