Truffe anziani, ‘omelia’ dei Carabinieri contro i malintenzionati

Il Comandante della Compagnia Carabinieri di Campobasso Maggiore Valeria Nestola ed il Comandante della Stazione capoluogo Luogotenente Matteo Antonio Tagliaferri sabato 24 febbraio hanno incontrato i cittadini di Oratino presso la chiesa del paese, dopo la celebrazione della Santa Messa del sabato pomeriggio, ospitati presso la parrocchia, per fornire consigli e suggerimenti utili a prevenire il fenomeno di furti e truffe ai danni di persone anziane. Il pomeriggio è stata un’occasione per dialogare, confrontarsi e permettere di realizzare al meglio il concetto di prossimità alla popolazione e di sicurezza percepita favorendo un clima di concreta vicinanza ed ascolto. I militari hanno tratto spunto dal supplemento alla Rivista Istituzionale dell’Arma “Il Carabiniere” che nel mese di dicembre 2017 ha dedicato un opuscolo all’argomento dal titolo “Truffe agli anziani. I consigli dell’Arma”. Tale fenomeno delinquenziale, nel tempo fortemente contrastato in questo territorio, sia dalle attività d’indagine delle Forze di Polizia, sia proprio grazie a questi momenti di incontro con i cittadini interessati, vede come vittime persone a minore capacità di difesa e, sebbene non sia caratterizzato da violenza sulle persone o sulle cose, si basa sull’utilizzo di spiacevoli artifizi e raggiri che talvolta convincono i malcapitati a consegnare importanti somme di denaro, monili in oro o altri beni materiali. Torna ancora una volta utile rammentare alcuni buoni accorgimenti che possano tutelare le fasce di popolazioni più esposte, i genitori, i nonni, dall’essere avvicinati dai malintenzionati. Il punto su cui gli autori di questi reati fanno frequentemente leva sono proprio i sentimenti famigliari che inducono le vittime a credere a storie fantasiose di finti nipoti che chiedono di ritirare e pagare della merce per proprio conto presso corrieri in arrivo che puntualmente si rivelano fantomatici, come pure finti sono gli interlocutori di telefonate che inducono le vittime a ritenere di parlare proprio con qualcuno di loro conoscenza, magari convinti da qualche riferimento verosimile. Dalla convinzione di dover fare qualcosa di assolutamente necessario per un proprio congiunto, alla consegna del denaro o altro bene il passo è breve, e ciò avviene in un clima di artefatta confusione e coinvolgimento emotivo. E’ necessario pertanto rifiutare ogni forma di incontro già dal primo tentativo di visita in casa o dalla prima telefonata e, se possibile, ricevuta una richiesta, fare delle verifiche chiamando il 112 o direttamente un proprio parente con un altro apparato telefonico diverso dall’utenza fissa ove sono pervenute le telefonate adescatrici. Ciò perché spesso i malfattori, rimanendo con la telefonata “aperta” anche quando fanno credere di aver terminato la conversazione, inducono le vittime a ritenere erroneamente di parlare con altri, in successive telefonate formulate, ma in realtà è il medesimo truffatore rimasto in linea, magari con voce camuffata. E’ infine importantissimo ricordare che le vittime non hanno mai alcun motivo di provare imbarazzo o vergogna a raccontare quanto eventualmente accaduto, e che un’ immediata richiesta di intervento delle Forze dell’ Ordine può fornire molte più possibilità di rintraccio dei malviventi oltre che in generale orientare positivamente le indagini. Continueranno nelle prossime settimane gli incontri fra cittadini e Comandanti delle Stazioni Carabinieri della Provincia sulla tematica.

(foto generica)

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