Quando il 22 gennaio Luigi Di Maio all’hotel Meridiano di Termoli promise ai sostenitori del Movimento 5 Stelle di conquistare un seggio molisano in Parlamento, probabilmente non si aspettava neanche lui di ottenere un simile risultato. In questo campo piuttosto si rischia di fare fatica a mantenere una promessa, difficile che il deputato si sia mascherato dietro un’eccessiva prudenza. Per lui e gli altri rappresentanti del Movimento, quindi, tanto di guadagnato: prometti uno e ne porti quattro, chi non vorrebbe trovarsi in una situazione del genere? Consenso che genera consenso, come quello ottenuto in cinque anni (e più) dai grillini in Molise. La loro prima partita se la sono giocata nel 2013, quando in alcune parti d’Italia i pentastellati stavano già ottenendo ottimi risultati. Fu l’anno della consacrazione in Parlamento, una forza politica che da sola e senza coalizione con altri partiti o movimenti riuscì a incidere sugli equilibri, costringendo centrodestra e centrosinistra ad un governo di larghe intese. Anche il Molise presentò la sua squadra di candidati nei collegi molisani, tre nomi per la Camera e due per il Senato, volti nuovi all’elettorato locale. Nonostante il dato nazionale, i 5 Stelle in Molise si sono ritrovati dietro a centrosinistra e centrodestra, pur raggiungendo comunque un ottimo risultato: al Senato il 26,6% (45.287 voti) rispetto al 30,2% della coalizione capeggiata da Bersani e al 30% di quella guidata da Berlusconi; alla Camera il 27,7% (52.057 voti) dietro al 28,9% del centrosinistra e al 28,4% del centrodestra. Anche in quel caso, comunque, come oggi, furono il primo partito: Pd e Pdl si fermarono rispettivamente al 22,6% e al 21%. Risultato: nessun candidato dei 5 Stelle fu eletto nei collegi molisani. Nella stessa data, però, in Molise si votò anche per le elezioni regionali: in quel caso Antonio Federico e Patrizia Manzo riuscirono ad entrare a Palazzo d’Aimmo, sedendo fra i banchi dell’opposizione. Anche in Molise quindi iniziò la politica sul territorio dei pentastellati, che nei cinque anni successivi sono riusciti a prendersi 4 posti al Comune di Campobasso e un posto nei consigli comunali di Termoli e Isernia. Il merito è di aver cavalcato la protesta, la compattezza, la sobrietà, la denuncia, sfruttando le crepe e i disorientamenti dei vecchi partiti. Insomma i 5 Stelle, che al Sud hanno giocato un ruolo decisivo, si sono presentati a questo appuntamento in gran forma. Premiati alle urne col massimo dei voti. Per il Senato i conti parlano di 67.295 voti (44,99%), alla Camera 42.258 a Campobasso (49,21%) e 31.861 a Isernia (41,53%). Questo ad un mese e mezzo dal voto delle Regionali, dove la partita si fa molto interessante e gli esponenti di centrodestra e centrosinistra iniziano a sudare freddo.
Da terza forza del 2013 a ‘sovrani’ delle urne: in 5 anni i grillini conquistano i molisani
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