Il cosiddetto ‘cambio di casacca’ è una pratica assai nota e consolidata nella politica italiana. Convergenza d’intenti con altri soggetti ma anche opportunismo sono alla base di tali scelte. Quello che si è visto per la candidature delle Regionali molisane ha del clamoroso, seppure ormai non c’è da sorprendersi più di tanto. Quando la legislatura è ancora in corso, anche se in regime di prorogatio, pezzi della maggioranza di Palazzo d’Aimmo hanno già prenotato un posto per risedersi in Consiglio regionale – magari, chissà, ancora fra i banchi della maggioranza – con lo schieramento avversario, forte attualmente di un maggior numero di liste a sostegno del candidato governatore. Sempre se, ovviamente, verranno rieletti o torneranno a casa. Due presidenti dell’assise regionale, alternatisi nel ruolo a metà mandato, rappresentanti del centrosinistra, sono schierati fra le dieci liste che correranno per il centrodestra a sostegno di Toma. Niro e Cotugno, infatti, accomunati anche dal nome, Vincenzo, oltre che dalla medesima scelta, sono candidati rispettivamente con Popolari per l’Italia e Orgoglio Molise. Il primo in rotta con Frattura nella seconda parte di Mandato, il secondo ricollocatosi dopo la ‘rottura’ del patto politico fra Patriciello e l’attuale governatore, stipulato alle elezioni del 2013. Altri due pezzi grossi ‘riciclati’ dalla coalizione pro-Toma hanno entrambi militato nel Partito Democratico. Si tratta di Massimiliano Scarabeo, ex assessore alle Attività Produttive e poi consigliere in ‘rotta’ con Frattura e l’esecutivo, che però ha mantenuto la carica di capogruppo in Consiglio regionale. Capogruppo, non l’ultima ruota del carro. Evidente da mesi la sua fuoriuscita dal Pd, Scarabeo ha cambiato totalmente il fronte candidandosi alle Regionali con la lista di Forza Italia. Peraltro non è la prima volta, per lui, in termini di salto della quaglia. Si conta un passato nel Movimento Sociale Destra Nazionale, poi Alleanza Nazionale, prima di confluire nel centrosinistra alle Regionali del 2013. L’altro pezzo grosso è Domenico Di Nunzio, delegato al turismo ma più noto per essere referente in Aula di proposte di legge della maggioranza. Di Nunzio è candidato con l’Udc, che il 22 aprile sarà al fianco di Toma. Sempre nell’Udc c’è un altro esponente della maggioranza di Palazzo D’Aimmo, che i salti li ha fatti in tempi più ristretti. Salvatore Micone, eletto all’opposizione nella legislatura corrente, ha poi aderito al gruppo misto sostenendo la maggioranza di Frattura, salvo oggi essere già in corsa con gli avversari del centrosinistra.
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