Ore 9.30. Donato Toma è il nuovo governatore del Molise. Il candidato del centrodestra ha battuto la concorrenza, incassando – quando mancano ancora i dati di una ventina di seggi – circa il 44% dei voti dei molisani che si sono recati alle urne, rispetto al 38% di Andre Greco del Movimento 5 Stelle. Carlo Veneziale del centrosinistra si è fermato al 16,8% mentre Agostino Di Giacomo di Casapound ha ottenuto meno dell’1% dei voti. Toma, nato a Napoli, 60enne, sposato e con tre figli, presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Campobasso, docente a contratto all’Università del Molise alla facoltà di Economia, ha ricoperto finora nell’ambito dell’amministrazione pubblica due incarichi da assessore esterno.
Il Consiglio. Per quanto riguarda liste e preferenze dei candidati consiglieri, è Forza Italia il partito più votato della coalizione vincente (9,4%), coalizione che per il premio di maggioranza avrà diritto ad almeno dodici posti a Palazzo D’Aimmo. Il partito di Berlusconi potrebbe piazzare tre consiglieri dentro: i più votati finora sembrano essere Nicola Cavaliere, Armandino D’Egidio e Roberto Di Baggio, seguiti da Massimiliano Scarabeo e Nico Romagnuolo. Tenendo presente l’obbligo delle quote rose per almeno il 40% del Consiglio (ma non oltre il 60%), vanno tenute in considerazione anche Rita Colaci e Giovanna Arena, le donne più votate. Orgoglio Molise è il secondo partito della futura maggioranza, che avrà diritto ad almeno due posti: salvo colpi di scena, saranno riservati a Vincenzo Cotugno e Gianluca Cefaratti, che nelle preferenze sono seguiti da Paola Matteo (anche lei potrebbe essere premiata per garantire la rappresentanza di genere), Fabio Sebastiano e Donato D’Ambrosio. Per la Lega, che vede entrare ufficialmente un consigliere a Palazzo d’Aimmo, ci sarà sicuramente Aida Romagnuolo, che si trova avanti a Filomena Calenda. Per i Popolari per l’Italia entra Vincenzo Niro, per l’Udc è sfida fra Salvatore Micone e Nicola Travaglini. Spazio anche a Fratelli d’Italia e Iorio per il Molise: i primi saranno probabilmente presenti con Quintino Pallante, seguito di qualche centinaio di voti alle preferenze da Filoteo Di Sandro; i secondi con il loro leader principale, ossia Michele Iorio (che in caso di sospensione dal Consiglio per via delle Legge Severino lascerà momentaneamente il posto a Giacomo Lombardi o Eleonora Scuncio). Niente posti per Movimento Nazionale per la Sovranità e il Popolo della Famiglia, che non hanno raggiunto il 3% dei voti. Il Movimento 5 Stelle oltre ad essere il partito più votato fra tutti (31% a scrutini non ancora chiusi), segue i voti incassati dal suo candidato governatore, Andrea Greco, che siederà a Palazzo d’Aimmo con almeno altri quattro consiglieri: i più papabili per preferenze ottenute sono Patrizia Manzo, Angelo Primiani, Valerio Fontana e Fabio De Chirico, ma fino all’ultimo sono in bilico anche Vittorio Nola, Gianluca Monturano e Marialuisa Angelone. Il centrosinistra vedrà due o tre consiglieri eletti. Veneziale non entrerà di diritto in Consiglio, ci saranno invece probabilmente due del Partito Democratico (8,7% dei voti, terzo partito votato) e uno di Liberi e Uguali (oltre il 3%): per il primo Vittorino Facciolla e Micaela Fanelli, per i secondi, se ne avranno diritto, il posto andrà a Francesco Totaro o Lidia De Benedictis.
(Per vedere i voti incassati dalle singole liste e dai singoli candidati consiglieri – alla voce Voti Liste e Preferenze – clicca qui)