Riaperta la chiesa di San Francesco, De Luca: ‘Sarà luogo di arte ed eventi culturali’

Giovedì 3 maggio, in concomitanza con l’inizio degli eventi religiosi legati al “maggio larinese”, è stata riaperta dopo un lungo periodo di lavori di ristrutturazione e restauro la Chiesa monumentale di San Francesco d’Assisi a Larino. “Un momento commovente, atteso e profondo in un luogo del cuore e della comunità che – ha osservato il vescovo, Gianfranco De Luca – si inserisce in un circuito storico, artistico e culturale che abbraccia l’intero territorio e si apre a proposte di promozione e valorizzazione di un patrimonio condiviso”. La chiesa trecentesca, infatti, non sarà destinata primariamente al culto ma diventerà un luogo dedicato all’arte nel suo insieme con la possibilità di organizzare concerti, mostre, manifestazioni e altre iniziative. A Larino sarà parte di un itinerario culturale che partirà dalla chiesa di Santo Stefano (in via di ristrutturazione) e giungerà alla Cattedrale toccando gli angoli e le bellezze architettoniche della suggestiva cornice del centro storico frentano. A dare impulso alle iniziative sarà anche l’associazione Pietrangolare della Diocesi di Termoli-Larino costituita da giovani volontari impegnati proprio nella divulgazione e nella promozione di un patrimonio che, ha aggiunto mons. De Luca, “non viene solo visto ma anche goduto e compreso dalle nuove generazioni”. L’obiettivo, come evidenziato dal vescovo, è quello di “far conoscere, attraverso il gusto del bello e dell’arte, le ricchezze come risorsa e possibilità per un popolo e per un territorio riaprendo il corpo e la mente a qualcosa di nuovo come comunità inventandoci il futuro”. Alla cerimonia di riapertura sono intervenuti, tra gli altri, il parroco, don Costantino Di Pietrantonio, il sindaco, Vincenzo Notarangelo, e l’architetto, Leonardo Bellotti, che ha illustrato gli interventi realizzati. Le opere sono state finanziate dalla Conferenza Episcopale Italiana, grazie ai fondi dell’otto per mille, e dalla Regione Molise, nell’ambito dei finanziamenti del post- terremoto. L’evento è stato animato dal coro polifonico della Cattedrale, diretto dal parroco don Costantino, e dalla don Luigi Master Band.

SCHEDA TECNICA DEI LAVORI (a cura dell’architetto Leonardo Bellotti)

I LAVORI DI CONSOLIDAMENTO, MIGLIORAMENTO SISMICO E RESTAURO DELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO A LARINO

La chiesa di San Francesco a Larino, posta tra il Duomo ed il palazzo ducale, rappresenta uno dei monumenti più importanti della città; risalente all’età medioevale (XIV secolo), è stata completamente rimaneggiata nel corso del XVIII secolo assumendo l’attuale configurazione architettonica che si rifà a quella corrente tardo barocca che guarda già alla razionalità neoclassica. Oltre alla pregevole qualità architettonica sono presenti nell’interno importanti opere d’arte tra cui gli affreschi della cupola di Paolo Gamba, artista di scuola napoletana, ed eccezionali affreschi trecenteschi posti nella zona absidale scoperti con i recenti lavori di restauro, oltre che una serie importante di quadri databili a partire dal XVIII secolo. Dopo i danni subiti nel sisma che ha investito il Molise nel 2002, la Soprintendenza del Molise ha condotto lavori di somma urgenza che hanno riguardato unicamente il consolidamento della volta, completati i quali la chiesa è rimasta chiusa in attesa di altri finanziamenti per il completamento delle opere. Solo nel 2013, grazie ad un finanziamento congiunto tra Regione Molise e CEI (Conferenza Episcopale Italiana) è stato possibile avviare gli altri lavori di consolidamento e restauro per restituire il monumento alla fruizione dei fedeli. I lavori hanno riguardato la realizzazione di un nuovo tetto in legno, il consolidamento delle murature, il rifacimento delle pavimentazioni e di tutta la parte impiantistica adeguata alle normative vigenti, tra cui l’impianto di riscaldamento a pavimento. I lavori di restauro, oltre il ripristino architettonico dello spazio interno e di tutto l’importante apparato decorativo quali paraste, cornici, stucchi della volta, ecc. hanno riguardato gli affreschi del Gamba, tutti gli altari, tra cui i due monumentale posti nella campata che precede il presbiterio e la struttura lignea dell’organo. Durante i lavori di rifacimento del pavimento, in corrispondenza della navata, sono state ritrovate le strutture voltate di antiche sepolture, prassi frequente in molte chiese, prima del codice napoleonico che istituì l’obbligo di sepoltura nei cimiteri. Non sono stati ritrovati resti umani, evidentemente asportati in precedenti occasioni. D’accordo con la locale Soprintendenza, tali testimonianze sono state rilevate e fotografate e poi reinterrate sotto l’attuale pavimentazione preservandole per il futuro. I colori utilizzati per la ritinteggiatura degli spazi interni e della facciata principale ripristinano le tonalità settecentesche, desunte da appositi saggi sugli antichi strati pittorici. La chiesa è tornata all’antico splendore degno dell’importanza artistica che essa riveste nel panorama monumentale della città.

 

 

 

 

 

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