La festa dell’Europa si celebra il 9 maggio di ogni anno. Questa data ricorda il giorno del 1950 in cui vi fu la presentazione da parte di Robert Schuman del piano di cooperazione economica, ideato da Jean Monnet ed esposto nella Dichiarazione Schuman, che segna l’inizio del processo d’integrazione europea con l’obiettivo di una futura unione federale. La data coincide anche con il giorno che segna la fine della Seconda guerra mondiale, successivo alla firma della capitolazione nazista, quando furono catturati Hermann Göring e Vidkun Quisling. Di seguito i messaggi istituzionali.
Il sindaco di Campobasso Antonio Battista. “La Festa dell’Europa non è una semplice ricorrenza, è il giorno in cui si rende omaggio alla pace e al senso di unione che lega i Paesi membri. Il cammino per ottenere questo risultato non è stato semplice: ci sono voluti anni di battaglie, di accordi, di strategiche alleanze. Poi è arrivata la dichiarazione del 9 maggio 1950, dell’allora ministro degli Esteri francese Schuman, con la quale si delineava una nuova forma di cooperazione politica per l’Europa al fine di scongiurare guerre tra le nazioni europee come quelle che erano state appena archiviate. Un principio che non può e non deve sembrare scontato, perché basta guardarsi intorno per rendersi conto che la pace è un valore preziosissimo di cui non tutti stanno beneficiando. È un valore che va coltivato ogni giorno con azioni concrete e programmi mirati, con il nostro senso di responsabilità e soprattutto non dimenticando il rispetto per un’Istituzione di cui nessuno di noi può fare a meno. L’Europa rappresenta il nostro valore aggiunto, la nostra forza, il nostro unico percorso possibile se non vogliamo fare passi indietro. Ecco perché sono convinto che occorra rafforzare il sentimento di appartenenza e quel legame profondo che ci fa sentire un unico grande continente. Un’Europa dei tanti e non dei singoli, un’Europa dove si preferisce il plurale al singolare. Ogni Paese, è vero, ha una storia e delle peculiarità diverse, ma tutti hanno, anzi abbiamo, un unico obiettivo: la crescita di una comunità allargata, un’Europa dei popoli fatta di volti e di traguardi. Il cammino per concludere il processo per la creazione dell’unità politica è ancora lungo, senza quest’ultima, però, l’Europa è indubbiamente più debole e avrà maggiori difficoltà a mantenere inalterati principi essenziali come la giustizia sociale e la democrazia. Ci sono dunque delle decisioni che l’Europa è chiamata a prendere nel breve periodo, e le elezioni previste per il 2019 potrebbero accelerare i tempi anche rispetto al grande tema dell’unione monetaria. Ma nell’Europa unita occorre crederci, sull’Europa Unita bisogna scommetterci. Sono convinto che chi ancora oggi pensa di poter uscire dall’UE, non ha ancora inteso il vero valore e le grandi potenzialità di cui dispongono gli Stati membri. Ora più che mai, in un mondo in cui il peso specifico delle superpotenze pesa come un macigno sulle scelte globali, far parte dell’Europa diventa necessario, ed è indispensabile progettarla e costruirla insieme”.
L’eurodeputato Aldo Patriciello. “Oggi più che mai, nel giorno della Festa dell’Europa, abbiamo il dovere di ricordare che l’Unione Europea rappresenta una garanzia per la democrazia e la pace. Allo stesso tempo, però, non può ridursi al ruolo di semplice comprimaria ed immobile spettatrice di un mondo in rapida evoluzione”. Così Aldo Patriciello, europarlamentare azzurro e membro della Commissione Industria, Ricerca e Energia al Parlamento Europeo, nel giorno del 68esimo anniversario della Dichiarazione Schuman, atto di nascita dell’Unione Europea. “Festeggiare l’Europa – spiega l’eurodeputato molisano – non significa dimenticarne i problemi, né tantomeno sottovalutare l’importanza delle riforme ancora da fare. È piuttosto un invito a recuperare lo spirito dei padri fondatori per ritrovare lo slancio ideale e il coraggio necessario per proporre una nuova visione comune. In un mondo sempre più incerto ed imprevedibile – continua Patriciello – sono convinto che l’Unione Europea rappresenti ancora la miglior risposta ai problemi che affliggono il nostro continente. Chiunque abbia vissuto la privazione della libertà sa che la nostra Unione è una conquista preziosa che non va data per scontata. Non dobbiamo però ignorare le critiche e la crescente disaffezione: servono cambiamenti profondi per dare risposte a chi non trova lavoro o a chi si sente minacciato dal terrorismo. Serve insomma un’Europa concreta, dei fatti. Dobbiamo tornare dunque a quella ispirazione inziale con cui i Paesi fondatori rivitalizzarono l’idea della pacificazione europea scommettendo sulla voglia e la capacità di stare insieme, al di là delle singole diversità. L’Italia può e deve giocare un ruolo attivo lungo questa strada. La scommessa lanciata 68 anni fa da uomini come Schuman, Monnet e De Gasperi è la dimostrazione che nessuna strada è impraticabile per l’Europa se si ha il coraggio della volontà. Solo in questo modo riusciremo a dare una maggiore credibilità alle istituzioni europee e a coinvolgere le nuove generazioni nella costruzione di una UE all’altezza dei loro sogni”.