Secondo i dati forniti del Ministero degli Interni relativi agli sfratti 2017, il 90% delle sentenze di sfratto emesse in Italia è per morosità incolpevole. I dati consegnano il quadro di una Italia preda del disagio abitativo e della precarietà. In Molise gli sfratti emessi per “morosità” nel 2017 sono stati 160 con un aumento rispetto al 2016 del 49,53%; le richieste di esecuzione sono state 931, con un aumento del 24,47%; gli sfratti eseguiti 151, con un aumento del 11,85%. “Il quadro che emerge – commentano l’Associazione Inquilini e Abitanti, l’Unione Sindacale di Base e la Casa del Popolo di Campobasso – è quello di una questione abitativa nazionale che necessita di essere affrontata con un piano casa serio, in uno scenario dove al contrario «brilla l’assenza di politiche abitative», con l’azzeramento del contributo di affitto a tutto il 2018, mentre si prevede la cifra irrisoria di 10 milioni di euro nel 2019 e nel 2020. Il contratto di governo non fa menzione del tema, salvo auspicare la velocizzazione delle procedure di sgombero delle occupazioni, liquidando dunque il problema come una questione emergenziale e di ordine pubblico. Valutando il numero di sfratti non in termini assoluti ma in rapporto al numero di famiglie si coglie la fotografia di un impoverimento che riguarda soprattutto le famiglie di lavoratori e pensionati colpiti dalla crisi economica. Nelle scorse settimane come AsIA/Usb e Casa del Popolo di Campobasso abbiamo inviato una nota al Presidente della Giunta Regionale Toma e agli assessori Di Baggio e Mazzuto con la richiesta di un incontro. Le proposte che vogliamo avanzare al Governo regionale sono:
– sblocco dei fondi del bando per la “morosità incolpevole”.
– rifinanziamento cospicuo del fondo a sostegno affitti previsto dalla legge 431/98.
– l’avvio del piano straordinario regionale sull’emergenza casa, che prevede il recupero del patrimonio esistente sfitto o abbandonato
– attivare norme regionali per la tutela gli inquilini colpiti dagli aumenti degli affitti a prezzi speculativi, insostenibili per molti inquilini
– difendere l’edilizia pubblica, finanziamento di un piano di gestione e risanamento delle case popolari, riconoscimento del diritto alla casa ai senza titolo con i requisiti di legge, l’innalzamento dei limiti di reddito familiare per la decadenza dall’ERP, divenuti restrittivi, considerando solo una parte di quello dei figli
– definire un canone sociale per gli alloggi pubblici non assoggettati all’edilizia sovvenzionata
– l’attuazione della norma (L. 199/2008) che tutela chi è insolvente nel pagamento del mutuo della casa
– il blocco degli sfratti e degli sgomberi per chi ha i requisiti per l’ERP.
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