Dopo tante manifestazioni, flash mob, scioperi e richieste provenienti dal mondo della scuola, rimaste inascoltate dai governi precedenti, finalmente è stato compiuto un primo passo per restituire dignità alla scuola pubblica italiana e alla classe docente. Il provvedimento è significativo e riguarda l’eliminazione della chiamata diretta da parte del Dirigente scolastico, un arruolamento arbitrario che ignorava completamente le graduatorie ed i punteggi dei singoli docenti, dietro motivazioni futili quali la necessità di adattare il servizio all’offerta formativa. Questa stortura della L. 107/2015 poteva essere superata solo grazie alla Contrattazione Collettiva Integrativa (CCNI), vista la ripresa della mobilità relativa all’a.s. 2018/2019 (trasferimenti, assegnazioni provvisorie etc.), e costituisce solo il primo step di intervento sulla legge 107/2015. La domanda che i docenti dovranno compilare per l’assegnazione alla scuola è già su “Istanze online” per i docenti del primo ciclo (Infanzia, Primaria e Secondaria di Primo grado) e dal 13 luglio riguarderà anche i docenti delle Scuole Secondarie di Secondo grado (superiori); gli incarichi verranno affidati quindi secondo il punteggio e non in base al cv e alla discrezionalità del Dirigente scolastico. Il percorso che ci proponiamo di seguire per ridare alla scuola, e alla cultura in generale, la dignità e l’importanza che merita è ancora lungo perché molti sono stati i danni perpetrati nei confronti della scuola italiana negli ultimi anni. Siamo convinti che dopo le politiche dei tagli lineari e del risparmio, l’istruzione deve tornare al centro del sistema Paese. La cosiddetta “Buona scuola” ha portato a compimento un progetto ventennale di privatizzazione e di aziendalizzazione della scuola pubblica attraverso l’istituzione di un nuovo modello verticistico con a capo la figura del Dirigente scolastico, trasformato in vero e proprio manager al quale affidare la gestione della azienda-scuola. L’eliminazione della chiamata diretta è un passo nella giusta direzione per l’eliminazione di procedure di tipo discrezionale che hanno mortificato la professionalità docente e hanno minato la stessa libertà di insegnamento costituzionalmente garantita. E siamo solo all’inizio di quanto dichiarato nella nostra agenda politica.
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