Erano finiti nella rete dei Carabinieri nell’ambito di un’operazione antidroga culminata nel 2014 che avrebbe portato a scoprire un giro di spaccio fra la provincia di Campobasso, Foggia e alcuni comuni dell’Abruzzo. Cinque dei ragazzi finiti sotto inchiesta (una quindicina in tutto), di età compresa fra i 20 e i 30 anni, residenti a Trivento e zone limitrofe, sono stati oggi assolti dal Tribunale di Vasto con formula piena dai reati di spaccio di stupefacenti e, per uno di loro, furto, per non aver commesso il fatto. Le contestazioni riguardanti il filone del processo terminato oggi in primo grado riguardavano diversi episodi commessi anche in alcuni comuni della provincia di Chiesti, ragione per cui il giudice aveva assegnato a Vasto questa parte del procedimento. In aula la pubblica accusa aveva fatto leva su numerose intercettazioni telefoniche che avrebbero evidenziato conversazioni fra gli indagati con parole in codice, riferite secondo gli inquirenti allo stupefacente e ai luoghi di ritrovo per la vendita ai consumatori. “E’ stato un processo prettamente indiziario senza riscontri oggettivi – ha commentato l’avvocato Rossella Di Pilato (foto interna), fra i difensori dei ragazzi insieme ai legali Concetta Petrossi e Luca De Marco. “Il giudice ha posto in essere i presupposti garantisti del processo penale”. Le indagini partirono a seguito del pestaggio di un giovane: i militari nella ricostruzione dell’episodio sarebbero riusciti a risalire ad un vasto giro di spaccio di stupefacenti di vario tipo, sequestrando in qualche caso alcune dosi di droga. Al termine dell’inchiesta e dell’udienza preliminare, il gup aveva diviso il procedimento in due filoni. Oggi l’esito di quello trattato a Vasto. La difesa è riuscita a respingere le accuse di spaccio sul materiale sequestrato, facendo leva sulla modica quantità contestata, destinata all’uso personale.