Giocare con le parole fa bene. Questo è il senso dell’evento di apertura della terza edizione dell’Aut Aut Festival che ha visto ieri sera, 13 luglio, protagonista il prof. Stefano Bartezzaghi. Intervistato dalla responsabile dell’Ufficio Stampa del Comune di Termoli e curatrice dell’Aut Aut Festival, la giornalista Valentina Fauzia, il noto linguista ha parlato della naturale evoluzione del linguaggio che attraversa i secoli e per sua natura subisce modificazioni; ma ha anche sottolineato come l’intelligenza artificiale, che porta gli uomini ad adattare il proprio linguaggio semplificandolo per permettere ai computer e ai dispositivi di essere compreso, può portare al rischio di una semplificazione estrema. Tanti i momenti dedicati alla leggerezza del gioco con le parole e i riferimenti a persone note e grandi enigmisti come Paolo Conte e Roberto Benigni: “Si sfidano con indovinelli e complessi giochi enigmistici – ha detto il prof. Bartezzaghi – e in passato mi hanno coinvolto in queste sfide divertenti”. Bartezzaghi, coordinatore del comitato di traduzione dell’ultimo ‘Harry Potter’ ha spiegato quanto e quale tipo di lavoro ci sia dietro la traduzione di un’opera apparentemente semplice e dedicata ai ragazzi ma in realtà complessa e studiata per un pubblico di tutte le età come è la saga di Harry Potter. Alle domande sul linguaggio d’odio che imperversa e caratterizza la comunicazione attuale, Bartezzaghi ha risposto che si può essere scettici sulle modalità di controllo e i tentativi di regolamentare il linguaggio ma si può porre rimedio continuando ad educare gli uomini all’ascolto e alla coltivazione dell’ambiguità. Il concetto di ambiguità, non morale ma intesa come la possibilità di interpretare diversamente una stessa parola, è proprio ciò che ci distingue dalle macchine. Come consuetudine Valentina Fauzia ha chiesto all’autore di lasciare un aut aut al pubblico di piazza Duomo e il prof. Bartezzaghi ha citato proprio il titolo che ha scelto per l’evento “Aut Aut: autori o automi. Ovvero enigmistica e intelligenza” nel senso che si deve scegliere se essere autori e quindi continuare a coltivare l’ambiguità e l’intelligenza oppure scegliere di semplificare ulteriormente il linguaggio ed il pensiero e quindi diventare degli automi. La risposta di piazza Duomo è stata eccellente, moltissime persone provenienti anche da fuori città hanno apprezzato e applaudito l’autore, hanno acquistato i suoi libri presso l’area allestita dalla Libreria Fareheneith (partner dell’Aut Aut Festival) e si sono fermati a lungo con Stefano Bartezzaghi per complimentarsi e per il consueto firma copie. L’Aut Aut Festival prosegue questa sera con il giornalista de La Repubblica Federico Rampini e domenica 15 luglio con l’autrice Serena Dandini.