La legittima difesa non è invocabile “da parte di colui che accetti una sfida oppure reagisca a una situazione di pericolo volontariamente determinata”, nonostante la “possibilità di allontanarsi dal luogo senza pregiudizio e senza disonore”. Lo stabilisce la Cassazione, confermando la condanna a sei anni e due mesi per Umberto Stregapede, che nel 2015 a Roma uccise il cognato con 31 coltellate. (continua su tgcom24.it)
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