L’unica regione meridionale che nel 2017 ha fatto registrare un andamento negativo del PIL è il Molise, -0,1%, che, era cresciuto dell’1,3% nel 2015 e dell’1,1% nel 2016. L’economia del Molise è stata sostenuta nel 2015-2017 dalle costruzioni (+26,4%), ma l’industria in senso stretto fa registrare una performance particolarmente negativa (-7,4%). I servizi nel triennio registrano un +2%, mentre soffre l’agricoltura (+0,4%). E’ quanto emerge dalle anticipazioni del Rapporto Svimez 2018. La crescita dell’economia meridionale nel triennio 2015-2017 ha solo parzialmente recuperato il patrimonio economico e anche sociale disperso dalla crisi nel Sud. Ripresa trainata dagli investimenti privati, manca il contributo della spesa pubblica. Il triennio di ripresa 2015-2017 conferma che la recessione è ormai alle spalle per tutte le regioni, e tuttavia gli andamenti sono alquanto differenziati. (fonte Ansa)
Patriciello: “Molise ha bisogno di un Piano Marshall per il Sud”. “Un territorio che perde i suoi giovani è un territorio che perde il futuro. E il Mezzogiorno ha bisogno di tutto, tranne che di perdere ulteriore terreno. Il drammatico calo demografico che nell’ultimo decennio ha colpito il Sud Italia, oltre a riflettere il profondo disagio che impoverisce il nostro tessuto sociale, testimonia che la questione meridionale è tutt’altro che risolta. Inutile nascondersi dietro un dito”. Commenta così Aldo Patriciello, europarlamentare e membro del Gruppo Ppe al Parlamento europeo, le anticipazioni del rapporto Svimez sull’economia e la società del Mezzogiorno 2018 presentate a Roma alla presenza del Ministro per il Sud Barbara Lezzi. “Quasi due milioni di cittadini emigrati costituiscono un dato più che allarmante”, afferma Patriciello. “Fino a quando si continuerà a non affrontare seriamente il nodo della enorme sperequazione presente nella nostra penisola – spiega l’eurodeputato molisano – sarà difficile ritornare ai livelli di ricchezza pre-crisi e arrestare, di conseguenza, l’emigrazione dei nostri giovani. E non lo dico soltanto io, ma tutti i principali centri di ricerca e statistica nazionali ed europei: senza uno strutturale processo di crescita del Mezzogiorno è impensabile generare livelli di sostenibilità economica adeguati per l’intero Paese. A meno che non si voglia istituzionalizzare una volta e per sempre il divario tra nord e sud ed applicare un principio di darwinismo territoriale in base al quale solo le Regioni ricche saranno in grado di sopravvivere e reggere la sfida competitiva, mentre quelle a basso reddito resteranno perennemente indietro. Occorre dunque – afferma Patriciello – recuperare quella centralità politica smarrita negli ultimi anni e realizzare una base su cui costruire un discorso a lungo termine: serve un vero e proprio Piano Marshall per il Sud che sia il frutto di una strategia tra Unione Europea, Governo e istituzioni regionali. Abbiamo già ampiamente sperimentato l’inefficacia di interventi emergenziali o dettati da particolari circostanze del momento. C’è bisogno invece di invertire la rotta e di dare un segnale di forte discontinuità con il passato: un Mezzogiorno periferia economica del Paese non conviene a nessuno. I dati di questi ultimi giorni non fanno altro che certificare una realtà ben nota a tutti ma che stranamente, fino ad oggi, fa fatica ad entrare nelle priorità dell’agenda politica del nostro Paese”.