Museo Pietrabbondante incompiuto, assolti sindaco e tecnico comunale

Il Tribunale Civile di Isernia, con sentenza n. 298/2018 del 9.7.2018, ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto da alcuni cittadini elettori del comune di Pietrabbondante contro Giovanni Tesone (sindaco) e Luca Muccillo (responsabile dell’Ufficio Tecnico – Urbanistica ed Edilizia), responsabili, a loro dire, di aver causato un danno di circa 1 milione e mezzo di euro per fatti riconducibili alle procedure inerenti i lavori del Museo Archeologico, sfociati in un contenzioso tra il Comune e la ditta Cipriani per problematiche sorte durante i lavori di ristrutturazione. Secondo la prospettazione dei ricorrenti, il Comune di Pietrabbondante avrebbe erroneamente ed illegittimamente omesso di chiamare in causa Tesone e Muccillo, quali responsabili, nell’esercizio delle funzioni di RUP (responsabile unico del procedimento) dei suddetti lavori, del presunto danno rivendicato dalla ditta privata. Contrariamente a quanto sostenuto dai ricorrenti, invece, il Tribunale Civile di Isernia, condividendo in pieno la tesi dei convenuti e del Comune di Pietrabbondante, assistiti dagli avvocati Giuseppe Ruta e Massimo Romano, ha ritenuto l’azione del tutto inammissibile, in quanto il Comune ha correttamente esercitato tutte le azioni giudiziarie volte a garantire la più effettiva tutela dell’Ente, costituendosi nel giudizio proposto dalla ditta privata e agendo in via riconvenzionale nei confronti di questa, ossia attribuendo la responsabilità della ritardata esecuzione dei lavori alla ditta stessa, nei confronti della quale ha chiesto la condanna al risarcimento del danno. In sostanza l’azione popolare non poteva esercitare azione integrativa a quella intrapresa dal Comune ma solo azione sostitutiva nel caso in cui il Comune fosse rimasto inerme di fronte alla vicenda. I legali, inoltre, hanno fatto rilevare che la responsabilità secondo il Comune andava attribuita alla ditta e non ai Rup. Per tali ragioni, il Tribunale ha dichiarato inammissibile l’azione, con conseguente inammissibilità della domanda di condanna di Tesone e Muccillo al risarcimento di 1 milione e mezzo di euro e confermato la correttezza dell’attività posta in essere dal Comune. Come si ricorderà, il Museo archeologico venne inaugurato nel 2011 ma non venne mai aperto al pubblico per via di subentrati problemi logistici principalmente derivanti da fenomeni franosi.

(foto da francovalente.it)

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