Infrastrutture viarie, Spina: ‘Troppe opere incompiute, è tempo di dare una svolta’

“La modifica degli orari comunicati dalla società di trasporto Sati da e verso la zona industriale di Termoli è un provvedimento giusto e doveroso preso dopo le tante segnalazioni fatte da molti di noi sulle difficoltà dei lavoratori nel raggiungere in orario il proprio posto di lavoro”. A commentare la decisione è il segretario della Cgil Molise Franco Spina, che però lancia un appello per interventi ormai non più rimandabili. “Non sfuggirà, comunque, che ci sono anche cittadini e altre maestranze che necessitano di un sistema di mobilità pubblico che dia altrettante certezze sui tempi: ad esempio, chi deve sostenere visite mediche programmate nei plessi ospedalieri e non, chi deve recarsi a Termoli per raggiungere la stazione e prendere un treno, i pendolari che devono raggiungere puntualmente gli uffici pubblici. Occorre in questa fase un’attenzione particolare che chiediamo alla Regione oltre che ai vettori. La chiusura, se pur temporanea, ci auguriamo, del viadotto Liscione, ha compromesso la viabilità dal medio Molise verso il basso Molise e viceversa, con ripercussioni e disagi forti. Affrontare la vecchia statale ad esempio è un’impresa immane, il traffico merci, quello passeggeri oltre al traffico privato e locale, intasano oltre modo una strada vetusta. È di ieri infatti la notizia di interventi dei vigili del fuoco per rimettere in carreggiata tir pericolosamente circolanti sulla vecchia statale. Una strada concepita in un’altra epoca e con altre esigenze che vede ancora opere di miglioramento viario avviate e abbandonate. Per questo motivo, vogliamo ritornare sulla necessità che la Regione e il Governo nazionale attraverso l’Anas nelle loro programmazioni facciano finalmente chiarezza su quali opere debbano essere finanziate e/o completate. Troppe incompiute, troppi progetti concepiti 30/40/50 anni fa ma mai realizzati o completati. È giunto il momento per lo Stato e per la Regione di dimostrare la volontà concreta di svoltare rispetto alle politiche del passato, adesso non ci sono alibi. Noi abbiamo proposto a suo tempo ad esempio sul patto per il Molise, alcune idee e soluzioni compatibili con il fragile territorio e condivisi in parte dal tavolo istituzionale, ma se ai proclami e alle condivisioni non seguono i fatti, altro che svolta, tra qualche anno il Molise non avrà più la forza di rialzarsi; soggetti come siamo a possibili terremoti, alluvioni e frane. Il territorio è la sua messa in sicurezza prima di tutto, così come garantire il diritto allo studio in strutture sicure deve essere una priorità. La richiesta di stato di emergenza e le eventuali risorse e agevolazioni che ne potranno derivare, dovranno servire per le opere utili, per un progetto organico di riqualificazione. Oggi più che mai vanno evitati sperperi di denaro come avvenuto nel passato. Investimenti mirati che generano tutela, messa in sicurezza e opportunità di lavoro. Così come è giunto il momento di definire con chiarezza l’organizzazione che si vuole dare al sistema di prevenzione, monitoraggio e controllo del territorio regionale a partire dalla riorganizzazione della Protezione Civile e del recupero delle professionalità lavorative pur presenti”.

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