“Con un Ordine del Giorno che è stato respinto in Consiglio regionale abbiamo chiesto al presidente Toma di attivare tutte le iniziative giuridiche e amministrative necessarie a garantire pieno e adeguato sostegno alle comunità colpite dallo sciame sismico, anche mediante il riconoscimento dello stato di emergenza nazionale e il successivo piano di interventi condiviso con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e con i sindaci dei Comuni interessati. Ma, soprattutto, abbiamo chiesto di tenere debitamente conto di quelli che sono i territori realmente colpiti dal sisma: Montecilfone, Guglionesi, Palata, Larino e comuni limitrofi”. E’ il resoconto fatto dal Movimento 5 Stelle in merito alla seduta monotematica convocata per la richiesta dello stato di emergenza al Consiglio dei Ministri. “Siamo, infatti, contrari all’allargamento dello stato d’emergenza a tutto il territorio regionale perché vorrebbe dire sottrarre fondi (e fare un torto) ai comuni che davvero hanno subito danni e ai cittadini che vi risiedono. Quindi concentriamo i fondi dove serve e, chi vuole utilizzare questa emergenza per altri interventi, utilizzerà altri strumenti già attivati presso i Ministeri competenti. La richiesta di stato d’emergenza è sacrosanta e il governo si muoverà in pochi giorni anche perché dobbiamo ricordare che la Regione Molise ha inviato la relazione sulle conseguenze dello sciame sismico soltanto martedì scorso, quindi a 13 giorni dal primo evento. Tuttavia, altrettanto sacrosanta sarà la nostra opera di controllo sulla gestione del post sisma. Il nostro primo obiettivo è quello di scongiurare lo scempio del post sisma del 2002, quello legato al terremoto e alla tragedia della scuola di San Giuliano di Puglia. Auspichiamo che non ci sia nessun cratere allargato a dismisura (nel 2002 si passò da 14 a 84 Comuni), nessun super potere nelle mani di pochissimi, nessuna gestione in somma urgenza di stime e ricostruzione, niente soldi pubblici buttati e mai spesi. In questi giorni siamo stati in visita nei paesi più colpiti, abbiamo incontrato tanti cittadini ma anche i vertici di Prefettura e Protezione civile, amministratori e soccorritori. Alle abitazioni inagibili e al numero di sfollati, aggiungiamo i dati allarmanti su tante scuole, l’assenza di certificazioni sugli ospedali e la carenza di Piani di Protezione civile nei comuni. Fortunatamente non stiamo vivendo una situazione drammatica come quella di 16 anni fa, ma questo non significa che possiamo tenere bassa la guardia. Anzi.”
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