La numerologia è lo studio della possibile relazione tra i numeri e le caratteristiche o le azioni di oggetti fisici ed esseri viventi. Oggi anche la professione infermieristica è vittima di tale scienza: il numero sempre più basso di infermieri non garantisce la sicurezza della qualità delle cure prestate. In Italia ogni infermiere assiste in media 11 pazienti. Nelle Regioni tartassate dai piani di rientro i malati da assistere salgono fino a 17-18 con un maggiore rischio di mortalità che raggiunge in media il 30-35%. Nonostante tali difficoltà, gli infermieri da sempre si prodigano per garantire la maggiore sicurezza possibile anche nelle attuali condizioni di carenza. Tuttavia, la situazione è intollerabile e richiede un intervento urgente a tutela dei cittadini. Numerose sono le segnalazioni che giungono al nostro ordine: “L’infermiere segnala al proprio ordine professionale le situazioni in cui sussistono circostanze o persistono condizioni che limitano la qualità delle cure e dell’assistenza o il decoro dell’esercizio professionale” (art. 51 C.D. 2009). Anche la FNOPI, Federazione Nazionale delle Professioni Infermieristiche, il maggior Ordine italiano con suoi oltre 440mila iscritti, ha chiesto ufficialmente un tavolo di confronto sulle carenze di personale infermieristico al ministro della Salute Giulia Grillo. Al termine dell’incontro, che si è tenuto il 20 settembre, il ministro ha preso l’impegno di “costituire un gruppo tecnico per soluzioni condivise”. Tre le proposte sul tavolo:
– CREAZIONE DI STRUTTURE A BASSA INTENSITA’;
– ISTITUZIONE DI INFERMIERE DI FAMIGLIA E COMUNITA’;
– INTRAMENIA AZIENDALE.
Per affrontare la carenza di personale infermieristico negli ospedali molisani, l’Ordine di Campobasso e Isernia ha chiesto un incontro urgente con il Presidente della Regione Molise sin dal giorno del suo insediamento.
Non si può pretendere di ottenere qualità nell’assistenza infermieristica con un numero esiguo e precario di infermieri;
Non si può pretendere di migliorare la qualità delle cure infermieristiche continuando ad aspettare sentenze o fantomatici ricorsi, gli infermieri (ma soprattutto i cittadini) sono stanchi di aspettare e l’attesa continua a generare disaffezione alla professione e demotivazione nello svolgimento della propria attività lavorativa;
Non si può pretendere il consenso dei cittadini, sempre più consapevoli e giustamente esigenti nel chiedere il rispetto dei propri diritti, sulla quantità e qualità delle prestazioni assistenziali ricevute se continuerà a persistere tale situazione.
In conclusione non si può continuare “a giocare” con i numeri perché alla domanda di salute del cittadino tutto ciò non interessa ed allo stato attuale l’infermiere, responsabile dell’assistenza, non è in grado di soddisfare nella maniera ottimale i suoi bisogni”. Il presidente dell’Ordine invita quindi il governatore, il presidente del Consiglio regionale, i capi gruppo a Palazzo d’Aimmo, il Direttore generale alla Salute e le organizzazioni sindacali a verificare, personalmente, le presenze del personale infermieristico nelle varie Unità Operative dei Presidi ospedalieri e sul territorio “perché è solo in questo modo che ci si può rendere conto come il paziente da una parte e l’infermiere dall’altra vivono una stessa (anche se diversa) situazione di indignitosa insicurezza”.